domenica 27 giugno 2010

MessiK.O.




La Tri saluta il Sudafrica

giovedì 24 giugno 2010

A casa...azzurri!!!


L'Italia abbandona il Mondiale

Il ricordo ormai sbiadito della notte di Berlino, in una giornata cosi amara per il calcio italiano, lascia spazio alla delusione e all'amarezza per un'eliminazione più che mai meritata, ma non per questo meno dolorosa.
All'indomani del sorteggio dei gironi del Mondiale, tutti erano concordi sul fatto che il Gruppo F fosse il più facile del torneo, ma la realtà dei fatti è stata ben differente.
L'Italia piange oggi una cocente eliminazione, che segna il suo punto più basso in un campionato del Mondo.
Oggi in molti potranno dire "l'avevo detto", perchè in tanti si aspettavano un epilogo simile, ovviamente non di questa portata, ma ci si aspettava una debacle fragorosa.
Sin dal ritiro del Sestriere la nazionale di Lippi era accompagnata da uno scetticismo generale, dettato dalla consistenza della rosa, ma anche dai corsi e ricorsi storici.
Si parlava molto del disastro in Messico della nazionale di Bearzot che dopo il vittorioso Mundial del 1982, aveva abbandonato mestamente la manifestazione. Erano tante le analogie tra questa e quella nazionale, a partire dal tecnico, fino ad arrivare ai 23 azzurri che cosi come allora erano composti in gran parte dai reduci dei precedenti Mondiali vinti, abusando di una riconoscenza che spesso nel calcio non paga.
Le 2 amichevoli di preparazione in programma, avevano lasciato intravedere qualcosa sulle potenzialità della squadra che era stata sovrastata dal Messico e poi era riuscita a pareggiare 1-1 contro la Svizzera: un risultato importante (dal punto di vista della cabala), che per giorni ha rappresentato l'unica nota lieta in Sudafrica, visto che in un paese dove la scaramanzia è all'ordine del giorno, un pareggio contro gli elvetici era visto come l'anticamera della quinta affermazione iridata.
Finalmente il 14 giugno a parlare è stato il campo e l'esordio nel continente nero dei Campioni del Mondo è stato in chiaro scuro, ma lasciava ben sperare in vista del prosieguo.
L'11 schierato da Lippi prevedeva la presenza di Marchisio come trequartista (perchè non Diamanti allora???) alle spalle di Gilardino, con Montolivo a fare il vice-Pirlo e Criscito ad occupare la corsia sinistra che fu di Grosso.
Al primo tiro in porta però il Paraguay era passato in vantaggio con Alcaraz, sfuggito alla marcatura di Cannavaro. Nella ripresa dopo vari cambi l'Italia aveva raggiunto il pareggio con De Rossi e nel finale aveva avuto anche la possibilità di portare a casa i 3 punti.
Nella seconda gara del girone contro la Nuova Zelanda, Lippi ha riproposto la stessa formazione della partita precedente, con la solo eccezione di Marchetti al posto dell'infortunato Buffon.
Se possibile è andata ancora peggio della prima partita, con i Kiwi in vantaggio al primo affondo grazie ad una rete di Smeltz in fuorigioco, con Cannavaro ancora una volta colpevole.
Il pareggio di Iaquinta su calcio di rigore quasi inesistente è stato un premio forse eccessivo per l'Italia che non meritava il pari contro i neozelandesi che a più riprese hanno sfiorato il raddoppio.
Nei giorni intercorsi tra quella gara e la partita di oggi si era detto che gli azzurri avevano difficoltà nel fare gioco contro squadre che si difendevano sistematicamente con 9 uomini dietro la linea della palla.
Sono finiti poi nell'occhio della critica Marchisio e Gilardino che conseguentemente hanno perso il posto a favore di Gattuso e Iaquinta.
Si arriva cosi alla sfida di oggi: Italia-Slovacchia. La Slovacchia sulla carta si presentava come una squadra mediocre e solo e soltanto la pochezza degli azzurri ha ingigantito i meriti degli uomini di Weiss che sono degli onesti mestieranti e poco più, tranne qualche eccezione.
Cosi come nelle 2 gare precedenti a passare in vantaggio sono stati gli avversari, con Vittek che ha sfruttato un clamoroso errore di De Rossi in appoggio al limite della nostra area di rigore.
Da li in poi la partita non è cambiata, bensi il letivmotiv della gara è stato sempre lo stesso con la Slovacchia a comandare il gioco (non difendendosi con tutti gli effettivi dietro la linea della palla) forte del vantaggio e di una maggior condizione atletica che gli permetteva di arrivare sempre prima sulla palla.
L'Italia, questa Italia è una squadra di basso profilo, composta da giocatori modestissimi, incapaci di fare gioco; è una squadra piatta, monotona, senza un cambio di ritmo, senza nessuno in grado di saltare l'uomo (dove sono i Cassano e Rossi), incapace di sfondare per vie centrali e di arrivare sul fondo. Per dirla tutta, è gia tanto che ci sia in Sudafrica.
Le colpe sono da dividersi equamente tra Lippi che ha insistito nelle sue convinzioni, dando fiducia a giocatori orami sul viale del tramonto e lasciando a casa gente di talento, e i giocatori che hanno dimostrato di non valere un tale palcoscenico.
Nonostante l'ingresso di Pirlo, Maggio e Quagliarella, non è cambiato di molto l'andamento del match con Vittek che ha raddoppiato andando in anticipo su un generosissimo, ma colpevole Chiellini, segnando in maniera irrimediabile il prosieguo del torneo per gli italiani.
A questo punto la partita era finita e tutto quello che è venuto dopo fa parte di un copione scritto ad arte da un destino beffardo che in 10 minuti ha accesso e spento per ben 2 volte le speranze azzurre di riagguantare per i capelli una qualificazione ormai irragiungibile.
Il gol di Di Natale ha smosso qualcosa nell'orgoglio degli ex campioni del mondo che hanno iniziato ad attaccare a testa bassa realizzando il gol del 2-2 con Quagliarella che era in fuorigioco, ed è stato giustamente annullato.
Quando tutto sembrava possibile è arrivata la doccia fredda del gol di Kopunek che con un lob morbidissimo ha scavalcato Marchetti dopo l'ennesima distrazione di Cannavaro che in questi 10 giorni (tanto è durato il nostro Mondiale) si è calato perfettamente nel ruolo di capitano di questa armata Brancaleone.
Prendere gol direttamente da una rimessa laterale è sintomo di una fragilità difensiva spaventosa, ed è proprio dalla difesa che sono partiti i mali di questa nazionale.
A fronte di un Chiellini quasi sempre puntuale, vanno ricordati un Cannavaro ormai bollito, Zambrotta generoso e poco più e Criscito inadeguato.
Ma se la difesa è messa male, l'attacco non sta meglio se si considera che i soli reduci di Germania 2006 sono Gilardino e Iaquinta che all'epoca erano delle riserve e ora da titolari hanno fatto rimpiangere chi non c'era (e non c'è forse in Italia).
Pepe è improponibile a certi livelli, cosi come il capocannoniere della serie A, Di Natale che in Sudafrica ha mostrato tutti i suoi evidentissimi limiti, e pensare che arrivava da una stagione spettacolare: molto indicative le sue prestazioni per far capire il livello del campionato Italiano.
Pazzini non pervenuto e il solo Quagliarella a salvarsi tra tutti e 23 gli azzurri. Nei 45 minuti giocati ha creato diverse occasioni e a tempo ormai scaduto con un tocco delizioso ha scavalcato il ridicolo Mucha (alcuni suoi atteggiamenti da censurare) dando nuovamente vita alle flebili speranze di passaggio del turno.
Sul destro di Pepe al 95' si sono infrante le ultime speranze azzurre e sono scesi i titoli di coda sulla spedizione in terra sudafricana degli ormai ex campioni del Mondo che tornano a casa ricoperti di vergogna per aver portato la Nazionale al punto più basso della sua storia in un Mondiale.
Infatti mai nella storia si era chiusa questa manifestazione con soli 2 pareggi in 3 partite, con la miseria di 4 gol segnati e 5 subiti da Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia, non proprio 3 corazzate.
Finisce qui il Lippi Bis e dal 12 luglio toccherà a Prandelli ridare lustro ad una squadra che mai come oggi ha bisogno di rinnovazione.

venerdì 4 giugno 2010

Un Mondiale per 4

...o forse 5

Mancano ormai pochissimi giorni per l'inizio dell'evento sportivo dell'anno: i Mondiali di Calcio 2010.
Sono passati 4 anni dalla notte di Berlino e difficilmente rivedremo le stesse immagini del 2006; a ripensarci sembra ieri eppure in questo periodo sono cambiate tantissime cose.
Le diverse manifestazioni continentali durante questi anni hanno segnalato lo stato di forma delle diverse nazionali lungo il loro cammino di avvicinamento al Sudafrica e a 7 giorni dal calcio d'inizio di Messico-Sudafrica che darà il via al torneo, le diverse gerarchie sembrano abbastanza delineate.
L'Italia Campione del Mondo in carica è destinata a fare un mesto ritorno a casa, mentre la Francia finalista in Germania avrebbe gli uomini per giocare un grande Mondiale, ma Domenech e le sue scelte discutibili rappresentano un limite per questa nazionale che si è qualificata in maniera sporca e non sembra poter ripetere il risultato ottenuto 4 anni fa.
La Germania per storia, tradizione e abitudine a giocarsi certi trofei andrebbe menzionata, ma sarà difficile migliorare il 3° posto ottenuto in casa.
Delle 32 partecipanti, solo in 4 (o forse 5) possono ambire seriamente ad alzare al cielo il trofeo a Johannesburg l'11 luglio.
Andiamo a scoprirle meglio:

Brasile: la squadra di Dunga è reduce dal trionfo in Confederations Cup e si presenta all'appuntamento iridato con i favori del pronostico. Storicamente la nazionale verdeoro non stecca mai gli appuntamenti fuori dai confini europei, e dopo la figuraccia di Germania 2006, tutti si attendono il riscatto della Seleçao.
Le vittorie in Copa America del 2007 e nella Confederations Cup del 2008 e il primo posto nel girone unico di qualificazione sono un segno della continuità portata da Dunga durante la sua gestione e della grande affidabilità del suo gruppo che pur non giocando un calcio tipicamente brasiliano riesce ad essere efficace molto più della squadra spettacolare messa su da Parreira nella gestione precedente.
Julio Cesar tra i pali è una garanzia e la difesa ha una sola incognita a sinistra: nel ruolo lasciato vacante da Robero Carlos nel 2006 non è ancora stato trovato un degno sostituto e si contenderanno una maglia da titolare Michel Bastos e Gilberto (che nei rispettivi club hanno mansioni principalmente offensive), ma probabilmente a spuntarla sarà Daniel Alves che verrà adattato a sinistra, con Maicon a destra e Lucio e Juan in mezzo.
Il centrocampo con Felipe Melo ed Elano (o Josuè) ha il giusto mix di grinta e geometrie per supportare la batteria di meias composta da Robinho, Kakà e forse Ramires (o Elano) che agiranno alle spalle dell'unica punta Luis Fabiano.
A dispetto di un 11 titolare di valore assoluto, ci sono delle riserve che non sono totalmente affidabili, se si esclude Thiago Silva (che è superiore sia a Lucio che Juan) che sarebbe titolare praticamente in tutte le altre 31 formazioni.
Doveroso aspettarsi moltissimo dai brasiliani che sono stati inseriti in un autentico gruppo di ferro; difatti il Gruppo G comprende Costa D'Avorio, Portogallo, Corea del Nord e Brasile per l'appunto.
Pronosticando un primo posto nel girone, verosimilmente negli ottavi l'avversario negli ottavi per il Brasile potrebbe essere il Cile di Bielsa che è già stato umiliato nella fase di qualificazione.

Spagna: le Furie Rosse sono molto probabilmente la nazionale più forte e meglio assortita del Mondo attualmente. Vicente Del Bosque ha ereditato la squadra da Aragones all'indomani della vittoria all'Europeo del 2008 ed ha continuato l'egregio lavoro svolto dal suo predecessore.
Nei suoi 2 anni di gestione ha guidato la Spagna in 26 occasioni totalizzando una media di 2,88 punti a partita e vincendo tutte le gare del girone di qualificazione. Unica sbavatura la semifinale di Confederations Cup persa per 2 a 0 contro gli Usa nel 2008.
Al momento uno dei pochi dubbi di formazione riguarda il ruolo più delicato: il portiere. Sono in ballottagio per una maglia il titolare storico Casillas, che non sta attraversando un buon momento, e Victor Valdes che è reduce da diversi anni ad alto livello con il Barcellona.
In difesa da segnalare l'innesto di Piquè che al Barcellona ha dimostrato di essere il top nel suo ruolo e in nazionale troverà il suo compagno di squadra Puyol con cui ha già un feeling eccezionale.
Il resto della squadra è praticamente lo stesso che ha trionfato agli ultimi europei ad eccezione di Senna (strepitoso nel 2008) che ha pagato la pessima annata al Villarreal con l'esclusione dai convocati.
Nonostante l'assenza in rosa di un giocatore con le sue caratteristiche, la mediana spagnola si presenta come la migliore di tutta la manifestazione per qualità eccelse di palleggio e tecnica.
Gli spagnoli sono inseriti nel Gruppo H con Cile, Svizzera e Honduras e verosimilmente non avranno grossi problemi a conquistare il primo posto.
Negli ottavi però si profila una classica con il Portogallo che rappresenta il primo vero banco di prova per gli iberici che mai come quest'anno hanno tutte le credenziali per issarsi sul tetto del Mondo.

Inghilterra: Fabio Capello. Un nome, una garanzia, per la nazionale di Sua Maestà che dopo il disastro della mancata qualificazione ad Euro 2008 è attesa dal riscatto in terra sudafricana.
Il tecnico italiano è il primo punto fermo, l'altro è Wayne Rooney; le sorti al mondiale dipenderanno molto da loro due.
Dopo una fase di qualificazione caratterizzata dalla grande rivincita contro la Croazia umiliata anche in trasferta, l'umore della nazionale dei Tre Leoni è stato scosso dal caso Terry che ha destabilizzato l'ambiente e fatto perdere la fascia di capitano al giocatore del Chelsea, passata a Rio Ferdinand, con conseguente autoesclusione dalle convocazioni di Bridge.
Sulla carta la rosa dell'Inghilterra è di altissimo livello e dopo anni di delusioni finalmente Don Fabio ha restituito un'identità ben precisa ad una squadra che ormai non centra più un titolo dalla vittoriosa edizione casalinga del 1966.
Come detto in precedenza gran parte delle speranze di conquistare la Coppa, passeranno per i piedi di Rooney che quest'anno si è consacrato come stella di primissimo livello nel firmamento mondiale e ha qust'ultima chance per rientrare pienamente in corsa per il Pallone d'Oro.
Gli altri nomi di spicco sono i soliti Lampard, Gerrard, Terry, Ferdinand, ma attenzione anche a Johnson e Lennon che con la loro velocità potranno rivelarsi un'arma letale durante la manifestazione.
L'unica incognita è lo straluntato James tra i pali, che è il vero e proprio anello debole della catena e ne Green ne Hart rappresentano delle valide alternative.
Gli inglesi sono inseriti nel Gruppo C con Slovenia, Algeria e Usa. Il girone non è proibitivo ed ipotizzando un primo posto quasi certo, agli ottavi a Rooney & Co. toccherà una tra Serbia e Ghana, dando la Germania quasi certamente al primo posto nel Gruppo D.

Argentina: è doveroso inserire la Selecciòn nel gruppetto delle favorite d'obbligo a questo Mondiale perchè almeno sulla carta il potenziale umano a disposizione di Maradona è di gran lunga il migliore del Mondo.
Le male lingue sostengono che con un vero allenatore al posto di Maradona, non ci sarebbe neppure bisogno di giocarli questi Mondiali per assegnare il titolo all'Argentina.
Osservando la rosa dei 23 convocati saltano però all'occhio delle assenze illustri come quelle degli interisti Zanetti e Cambiasso e del madridista Gago (oppure l'aver preferito Martin Palermo ai vari Boselli o Lisandro Lopez), solo per citare quelle più eccellenti.
Da quando Diego siede sulla panchina albiceleste ha fatto poche cose memorabili (in positivo) e si è segnalato più per figuracce di diverso genere come i gesti rivolti al pubblico dopo la partita contro l'Uruguay o le convocazioni farsa prima del match amichevole contro la Giamaica, che per le imprese sul campo.
La qualificazione è arrivata sul filo del rasoio e in questi 2 anni si sono viste tantissime facce nuove (troppe), ma non si è ancora vista un'idea ben definita di gioco.
In un contesto simile è difficile pronosticare l'Argentina come possibile vincitrice, ma la qualità della squadra effettivamente è di altissimo livello.
Samuel, Veron, Mascherano rappresentano il cuore della difesa e del centrocampo, ma è dalla cintola in su che la Selecciòn possiede un potenziale enorme.
La sola batteria di attaccanti composta da Messi, Tevez, Aguero, Higuain, Milito e Palermo porta in dote qualcosa come circa 170 gol stagionali tra tutte le competizioni, senza considerare pericolosi incursori come Maxi Rodriguez e Di Maria che hanno un ottimo fiuto del gol.
Inutile dire che però, tantissimo dipenderà dallo stato di forma della Pulga, che in nazionale stenta a trovare la definitiva consacrazione e se vuole eguagliare il suo illustrissimo precedessore deve sfruttare al meglio questa grande occasione.
Il Gruppo B composto anche da Corea del Sud, Nigeria e Grecia è abbordabile e non dovrebbe creare grossi problemi, mentre al momento è quasi impossibile definire l'avversaria degli ottavi, che uscirà dal gruppetto formato Messico, Uruguay e Francia, escludendo il Sudafrica padrone di casa.

E forse l'Olanda: gli Orange di Bert van Marwijk non vengono inseriti da molti tra le favorite di questa vigilia, però sono reduci da una serie impressionante di risultati positivi e anche nelle ultime amichevoli hanno dato spettacolo e vinto in scioltezza.
Sono inseriti nel Gruppo E con Giappone, Danimarca e Camerun che non rappresentano ostacoli insormontabili e rischiano di incontrare una tra Italia e Paraguay agli ottavi.
Il primo grande ostacolo quindi potrebbe essere il Brasile nei quarti, ma questa squadra ha tutte le carte in regola per fare bene e può contare su un collettivo di ottimo livello soprattutto in zona offensiva.
Il tessitore di tutte le trame offensive sarà Wesley Sneijder, che avrà il compito di innescare le bocche da fuoco dei tulipani: Robben, Van Persie, Kuyt, con Huntelaar, Elia e Babel a completare un reparto tra i meglio attrezzati dell'intera manifestazione.
Un centrocampo molto dinamico e una difesa rocciosa completano l'opera, per una delle più pericolose outsider di questo Mondiale.