giovedì 30 ottobre 2008

Un sogno che diventa realtà



Maradona nuovo DT de la Seleccion

Oggi è un giorno molto importante per gli appassionati di calcio, infatti precisamente 48 anni fa a Villa Fiorito nasceva Diego Armando Maradona. Non c'era, dunque, giorno migliore per parlare del suo nuovo incarico di allenatore della nazionale argentina. Sin da quando ha smesso di giocare c'è sempre stato qualcuno che lo ha proposto come selezionatore dell'Argentina e il suo nome ritornava in auge di tanto in tanto ogni qual volta c'era da mettere sulla graticola i vari Bielsa, Pekerman e Basile, ma fin'ora era sempre stata solo un'affascinante ipotesi. Il sogno del grande Diego è diventato finalmente realtà martedi 28 novembre quando il presidente dell'AFA Julio Grondona gli ha comunicato che sarebbe stato lui il nuovo DT della selecciòn.
Nella corsa alla panchina lasciata libera dal dimissionario Basile ha battuto grandi allenatori del calibro di Bianchi, Diaz, Simeone e Batista che più volte sono stati accostati alla panchina che fu del "Coco". Alla fine, però a scegliere è stato Grondona che con una decisione quantomai azzardata e coraggiosa ha deciso di affidarsi al più grande di tutti per risollevare le sorti di una nazionale che non era allo sbando, ma non stava dando i risultati sperati nell'ultimo periodo.
Non starò qui a dire se la scelta è stata azzeccata oppure no, perchè non è mio compito giudicare, ma mi limiterò solamente a commentare la notizia, al contrario di molti giornalisti che prima ancora di vederlo all'opera lo stanno già criticando per l'inesperienza.
Ora come nel 1986 sarà aiutato da Carlos Bilardo che avrà il compito di guidarlo dall'alto, ma in primis Diego ci ha tenuto a ribadire che sarà lui ad andare in panchina, già dal 19 novembre per la sua prima contro la Scozia. Ad affiancarlo ci sarà un bel pezzo di quella Argentina campione del mondo nel 1986, infatti tra i suoi collaboratori figurano i vari Signorini, Brown, Troglio, Batista, Goycochea, Olarticoechea, molto più che semplici uomini del suo staff, ma amici di sempre che con lui hanno condiviso tante gioie e anche qualche dolore.
La Selecciòn del futuro parte da loro, mentre per quanto riguarda i giocatori la mia personale opinione è che sarebbe un peccato bruciare 2 anni di lavoro comunque positivo di Basile e l'ideale sarebbe continuare con quel blocco e pian piano inserire dei volti nuovi senza stravolgere una nazionale che è pur sempre in corsa per un posto ai mondiali e ha perso in finale una Copa America letteralmente dominata.
Al momento della sua nomina Maradona ha subito fatto sapere che darà più libertà a Messi e più spazio a Veron. La Brujita ha avuto il suo spazio anche nella gestione precedente, ma più volte si è messa in dubbio la sua coesistenza con Riquelme, l'uomo cardine del "equipo de memoria" di Basile. Dovrebbe inoltre entrare a far parte in maniera stabile della Selecciòn, Angel Di Maria che ha incantato il mondo alle recenti Olimpiadi.
In attesa di vederlo all'opera non resta che sperare che Maradona come allenatore valgo almeno la metà di quando era calciatore, beh se cosi fosse allora per l'Argentina si preannunciano nuovi tempi di gloria e chissà che il grande Diego non possa sollevare di nuovo una coppa del mondo a 24 anni di distanza da quella volta a Città del Messico.
Auguri.

lunedì 27 ottobre 2008

Che sia la volta buona???




Milan e Liverpool, ovvero le 2 "Regine di Coppa" negli ultimi anni, sembrano aver raggiunto una dimensione ben definita in patria, dove recentemente hanno fatto grossa fatica a mantenere il passo delle capolista. Con 23 punti punti in classifica i Reds sono davanti a tutti in Premier, mentre con 16 punti il Milan ha superato la crisi e si è portato ad un solo punto di distacco dal trio in vetta alla serie A. Sono diverse le analogie tra le 2 squadre dopo la domenica di campionato, infatti entrambe hanno vinto in trasferta per 1-0, entrambe non vincono da tempo il campionato (addirittura i Reds da quasi 20 anni), entrambe avevano avuto un difficle avvio di stagione, sia l'una che l'altra hanno già vinto il derby e finalmente dopo anni di delusioni in patria hanno riassaporato l'ebbrezza dell'alta classifica.
Liverpool: Ieri, riguardo a Chelsea-Liverpool, la Bbc titolava "Test of strenght"; ovvero prova di forza per gli uomini di Benitez, che dovevano testare le loro ambizioni in casa dei Blues di Scolari imbattuti in casa da tempo immemore. Il verdetto dopo i 90' di Stamford Bridge è unanime: il Liverpool è la favorita N°1 per la vittoria della Premier League 2008/09. A far maturare questo giudizio è stata la lezione di tattica inflitta da Benitez a Scolari, una partita quasi perfetta che ha evidenziato quanto sia forte questa squadra. Ci voleva una prestazione speciale per vincere nell'inviolabile Stamford Bridge e nonostante l'assenza di Torres, la grande prestazione è arrivata. Dopo un avvio di studio, al 10' minuto è arrivato l'episodio che ha deciso la gara: da una rimessa laterale fiondata in area dalla destra, il pallone non è stato allonatanato a dovere e Xabi Alonso con un sinistro sporcato da Bosingwa ha tratto in inganno Cech infilandolo centralmente. Da quel momento in poi la partita è cambiata ed è emersa la superiorità tattica dello spagnolo che ha bloccato tutte le fonti del gioco avversario con un 4-2-3-1 bello, largo, veloce e letale. Il gol ha dato fiducia al Liverpool che ha aumentato il suo pressing sul portatore di palla e ha mandato in bambola le 2 menti (Deco e Lampard) del centrocampo londinese, impedendo a tutta a squadra rivale di giocare. Di tanto in tanto i reds hanno punto in contropiede, ma Keane non è un contropiedista e allora nel secondo tempo Benitez ha dato ancor maggiore rapidità ai suoi inserendo il potente e rapido Babel che in velocità ha dato diversi problemi a Terry e Carvalho. Le uniche 2 occasioni degne di nota per l'ormai ex capolista, sono stati un tiro di A.Cole ciabattato sul fondo da posizione invitante e un destro di Deco, dopo un dribbling a rientrare, imbeccato da una gran palla di Belletti in orizzontale. Il giocatore che più di tutti ha cercato di dare sbocchi al gioco è stato il giovane Di Santo che dal suo ingresso in campo ha spizzato diversi palloni lunghi per i compagni e ha consentito ai suoi di avere qualche sbocco offensivo, fin li inesistente vista anche la pochezza di Anelka e Kalou. In definitiva mi ha impressionato il Liverpool sia come squadra che come singoli, a tratti ha mostrato anche momenti di bel gioco (pregevoli alcuni scambi nello stretto) e un'organizzazione difensiva invidiabile. Gli ultimi minuti sono da brividi con i tifosi ospiti ad intonare "You'll never walk alone" tra le lacrime del pubblico di casa.
Milan: Finalmente la crisi d'inizio stagione sembra superata e all'orizzonte si scorge la possibilità di fare un ottimo campionato per gli uomini di Ancelotti che dopo le prime 2 di campionato sembravano destinati ad un'altro anno a distanze siderali dall'Inter. Fondamentale in questa volta è stata la vittoria nel derby che ha dato sicurezza e fiducia alla squadra ed il recupero di alcuni giocatori chiave, il tutto sublimato da un allenatore poco appariscente, poco personaggio e poco reclamizzato, ma straordinariamente bravo e capace nel gestire il gruppo, il suo gruppo, che gli è restato sempre vicino anche nei momenti più difficili e ora può godersi meritatamente gli elogi. Il Milan non sarà la squadra più forte di questo campionato, ma qualitativamente ha pochissimi rivali in Europa e se gioca al 100% è difficilmente battibile. Resta da vedere se è in grado di mantenere un ritmo costante per 38 giornate dopo stagioni improntate alla partita secca, con l'unico, grande obiettivo della Champions. Ieri in quella che stava per diventare la "Fatal" Bergamo, ha sofferto moltissimo, avrebbe meritato la sconfitta, ma alla fine ha vinto con un guizzo del suo giocatore migliore, forse (senza forse) il migliore della Serie A. Il primo tempo è stato assolutamente incolore con l'Atalanta che ha dominato in lungo e in largo, peccando solo di freddezza davanti ad Abbiati. Nel secondo tempo con l'entrata in campo di Pato e l'uscita di scena di uno spentissimo Ronaldinho, il Milan ha trovato una migliore quadratura con un 4-4-2 più sensato e ha iniziato a rischiare meno. Per vincere questa partita sarebbe servito però un lampo di genio di un fuoriclasse, e per fortuna i rossoneri hanno in Kakà un fuoriclasse immenso che all'80' ha saputo finalizzare lo splendido lavoro di Pato e Borriello insaccando con un sinistro sporco un gol importantissimo che proietta i Campioni del Mondo ad 1 solo punto dalla vetta della classifica.
Mercoledi però ci sarà da giocare di nuovo, il Milan attende a San Siro il Siena, mentre il Liverpool ospiterà ad Anfield Road il Portsmouth; non c'è dunque il tempo di distrarsi, ma in attesa del prossimo match sia Benitez che Ancelotti potranno godersi questo momento e lecitamente chiedersi, "Che sia la volta buona???".

mercoledì 22 ottobre 2008

Champions League 3ª giornata: la festa del gol



Il martedi di Champions ci resta in eredità alcuni verdetti quasi definitivi e tanti, tantissimi gol. Sono state ben 35 infatti le marcature nelle 8 partite disputatesi e non sono mancati i punteggi tennistici.
Iniziamo dal Gruppo E:
I campioni in carica del Manchester vanno avanti senza intoppi e demoliscono il Celtic senza problemi con un secco 3-0. Protagonista della serata è stato il bulgaro Berbatov autore di una doppietta, mentre la rete che ha fissato il punteggio è di Rooney. Allo United in Coppa tutto va a gonfie vele, mentre per i poveri Bhoys di Strachan il sogno è già svanito visto che la coppia in fuga è a 7 punti e loro a solo 1 punto e con 1 trasferta ancora da giocare sono praticamente a casa. Nell'altro incontro del gruppo erano di fronte al Madrigal il Villareal e l'Aalborg in un classico testa-coda che ha regalato al pubblico del sottomarino giallo una valanga di gol e spettacolo, infatti dopo un primo tempo coraggioso dei danesi che hanno chiuso in parità 2-2 il primo parziale, il Villareal ha finalmente trovato il bandolo della matassa e ha messo in fila uno dietro l'altro ben 4 gol a fronte di uno dei danesi per completare il pirotecnico 6-3. Mattatore della serata è stato Llorente autore di una tripletta. A questo punto visto il prevedibile 0-0 contro lo United del ritorno, si annuncia un cammino a braccetto con i campioni in carica verso gli ottavi.
Gruppo F:
Verrebbe da dire "ma dov'è il Milan????". Perchè??? Beh l'ultima italiana ad uscire vittoriosa dall'Allianz Arena sono stati i rossoneri e visto che la Fiorentina dopo 3 partite può considerarsi fuori dagli ottavi, i rimpianti per la mancata presenza del Milan in Champions sono grandi (almeno per me). Non che la Fiorentina abbia demeritato o giocato male in Germania, ma la mancanza di esperienza si è vista e come soprattutto in alcuni elementi (Vargas su tutti) che giocoforza hanno indirizzato la partita verso i binari della sconfitta. Le sue occasioni la Viola le ha avute ma Gila, Melo, Mutu e Montolivo non sono riusciti a perforare i bavaresi, tutt'altro che impenetrabili di questi tempi. L'esperienza del Bayern invece ha pesato come un macigno e basta vedere i 3 gol per accorgersi che ad ogni errore degli italiani Klose, Schweinsteiger e Ze Roberto hanno punito un comunque grande Frey. Nell'altra partita la scoppiettante vittoria del Lione a Bucarest è costata la panchina a Lacatus. Nonostante il doppio vantaggio, i rumeni si sono fatti raggiungere e superare da un Lione non trascendentale, ma aiutato oltremodo dalle pesanti carenza difensive della Steaua. Gol di Keita a parte in tutti gli altri la complicità della difesa rumena è evidente e determinante, soprattutto nella doppietta di Fred in cui le marcature erano in stile "partitella scapoli e ammogliati". Al giro di boa Lione e Bayern sono in testa e salvo imprevisti a Firenze passeranno il turno.
Gruppo G:
Wenger e i suoi ragazzi terribili continuano a mietere vittime in Europa e cosi dopo il roboante 4-0 interno contro il Porto, sono andati a conquistare la Turchia con un umiliante 2-5 ai danni del derelitto Fenerbache di Aragones prossimo all'esonero. Che il tecnico di Ortaleza potesse ambientarsi ad Istanbul c'erano dei dubbi, ma nessuno avrebbe potuto prevedere un inizio di stagione cosi disastroso su tutti i fronti. Troppo facile per l'Arsenal prendersi gioco dei turchi con la freschezza e la voglia dei suoi ragazzi che negli ultimi anni hanno dato più volte lezioni di calcio in giro per l'Europa. Personalmente mi fa piacere vedere la costante crescita di 2 miei pupilli quali Adebayor e Diaby, che considero in prospettiva uno dei centrocampisti più forti e completi d'Europa per i prossimi anni. Ad Oporto invece la dinamo di Semin ha messo un'importante ipoteca sulla qualificazione agli ottavi grazie al gol del rinato Aliev. A fari spenti gli ucraini si stanno rifacendo con gli interessi della passata Champions e si apprestano a far compagnia all'Arsenal nel prossimo turno.
Gruppo H:
Il traballante Ranieri grazie ad una prova di cuore dei suoi ha salvato (per ora) la panchina e si è aggiudicato la leadership nel girone H sorpassando il Real. L'inizio della Juve è stato tremendo e il gol di Del Piero è stata la giusta ricompensa per l'intensità di gioco proposta nei primi minuti. Dopo il vantaggio però la Juventus ha lasciato il pallino del gioco in mano al Real di uno scriteriato Schuster che a mio avviso ha commesso non pochi errori di impostazione e gestione della partita. Primo su tutti l'azzardo dell'unico centrocampista a protezione della difesa in trasferta, poi l'utilizzo di Higuain come esterno al posto del pimpante Robben e lo spostamento nel primo tempo di Van Nistelrooy sulla sinistra. Dopo il gol di Amauri ha finalmente cambiato qualcosa e i frutti si sono visti con un Real che per una decina di minuti ha bombardato la porta di Manninger con siluri dalla distanza di un giocatore meraviglioso quale Wesley Snejder e le continue accelerazioni sulla destra di Robben che ha messo in difficoltà Molinaro e i centrali con i suoi cross radenti. Alla fine però la vittoria dei bianconeri è meritata è quantomai giusta per una squadra che ha saputo ricompattarsi nelle difficoltà, ha fatto quadrato attorno al suo tecnico e ha battuto l'avversario più prestigioso con una straordinaria prova di carattere. Per una Juve che ride, c'è uno Zenit che piange e ne ha ben donde. I russi arrivavano a questa Champions da "Supercampioni d'Europa" e si erano canditati, forse frettolosamente, al ruolo di outsider, ma la realtà è ben diversa e ora a San Pietroburgo i dubbi sono troppi e mancano il tempo e gli uomini per risolverli. Ottima la prova di Torino, ma è arrivata la sconfitta, superba quella contro il Real, ma è arrivata di nuovo la sconfitta e mediocre la prova contro il Bate che ha imposto il pareggio casalingo agli uomini di Advocaat che segna forse il passo d'addio di Arshavin & Co. da questa Coppa. Se è vero che 3 indizi fanno una prova allora verrebbe da dire che lo Zenit, questo Zenit non è da Champions, ma riguardando le partite ci si accorge che hanno creato moltissime occasioni da rete ma ne hanno concretizzate soltanto 2. C'è dunque un problema del gol per la squadra che ha giocato il più bel calcio di questo 2008 a livello di club, ma comè possibile che nonostante le tante occasioni create non facciano (quasi) mai gol????? Le cause sono molteplici e ci vorrebbe una sfera di cristallo per scoprirle tutte. La prima e più evidente è che manca un sostituto di Pogrebnyak visto che Tekke è tutto tranne che un giocatore. Non che il russo sia un fulmine di guerra, ma i suoi gol in Uefa li ha fatti e riesce a dare sbocco alla mole di gioco prodotta dai compagni. "Pasha", come viene soprannominato in patria, a mio avviso non è un giocatore da Top Team e sarebbe stato un ottimo 12esimo per Advocaat nel caso in cui avessero acquistato un vero bomber di alto profilo. Un Trezeguet, un Van Nistelrooy, un Inzaghi per intenderci, ma siccome sul mercato non è stata cercata una punta le soluzione interne avrebbe dovuto trovarle il tecnico olandese. La squadra per buona parte è di alto livello, ma manca di 2 centrali difensivi di sicura affidabilità e ha pagato oltremodo gli errori dei singoli in queste prime 3 gare. L'incomprensibile balletto di Malafeev a Torino e la serataccia di Hubocan contro il Real hanno fatto perdere punti importanti e a questo punto è difficile pensare ad un Zenit agli ottavi di Champions. La sfortuna centra, ma fino ad un certo punto, perchè se in queste partite non hanno concretizzato, la colpa è da attribuire anche alla mancanza di esperienza di molti dei giocatori che per la prima volta partecipavano alla Champions che differisce molto dalla UEFA. Resta la possibilità di un posto in UEFA che non va snobbato e la soddisfazione di una meritata trasferta al Bernabeu che ripagherà del lavoro svolto in questi ultimi anni.

lunedì 20 ottobre 2008

Derby dal mondo


Il sabato e la domenica di calcio internazionale hanno proposto 2 chicche per gli appassionati di calcio: il derby di Madrid e soprattutto il Superclàsico.
Partendo da sabato, l'Atletico dell'ormai traballante Aguirre aspettava al Vicente Calderòn il Real Madrid di Schuster che stenta a proporre lo spettacolo tanto richiesto dal pubblico, ma è tremendamente concreto. Ci ha messo solo 34'' Van Nistelrooy per trovare la via del goal, laddovè Ronaldo prima ne aveva impiegati 30 e Raul poi, solo 32. Sembrava di rivedere la stessa partita dello scorso anno quando il Real passò subito con Raul e poi nonostante l'Atletico stesse bombardando l'invulnerabile Casillas le merengues raddoppiarono con l'olandese. Stavolta il Real invece ha legittimato il vantaggio con la sventola di Snejder che dopo aver schiaffeggiato le mani del poco reattivo Leo Franco si è schiantata sulla traversa. Da li in poi però il gioco ha latitato con una confusione incredibile a centrocampo in cui solo i 2 volantes aregentini hanno cercato di mettere un pò d'ordine. Alla fine è salito in cattedra come al solito Aguero che ha iniziato a spadroneggiare, ma per trovare il gol, i colchoneros hanno dovuto aspettare il 90' e il piedino caldo di Simao che con una pregevole punizione ha inchiodato il match sull'1 pari. Poteva finire cosi, ma Drenthe al primo affondo è stato messo giù in area dall'inguardabile Heitinga, calcio di rigore per il Real. Al minuto 96' forse la casablanca ha capito di avere in casa un campione vero e proprio che si è preso il pallone e con la personalità che solo i grandi hanno, ha insaccato di precisione. Higuain già ai tempi di Capello aveva deciso un derby, ma stavolta è diverso per come è arrivata la vittoria e per la crescente fiducia che tutto l'ambiente madridista ripone in lui, anche in chiave futura come sostituto degli insostituibili Raul e Van Nistelrooy.
Ieri sera invece al Monumentàl è andato in scena il Superclàsico River - Boca. E' stata subito ribatezzata la partita dell'onore alla vigilia, vista la difficile posizione di classifica di entrambe, ma questa è una partita a se, non c'è classifica che tenga, non c'è pronostico, non c'è partita al mondo paragonabile al Superclasico. Dopo un primo tempo avaro di emozioni con il Boca che collezionava calci d'angolo e il River sempre a ripartire in contropiede con le sventole dalla distanza di Abelairas parate a fatica dall'incerto Garcia, nel secondo tempo è finalmente inizato River-Boca. Una costante degli ultimi anni sono state le espulsioni e per non farsi mancare nulla anche quest'anno, Ibarra ha pensato bene di farsi espellere al 52' per proteste a seguito di una rimessa laterale contesa. L'espulsione avrebbe dovuto indirizzare la partita a favore del River, ma invece ha sortito l'effetto contrario ed ha scatenato l'orgoglio xeneize e soprattutto di Riquelme che quando vede la banda rossa si esalta. Al minuto 60 da una sua pennellata su punizione al centro dell'area è arrivato il vantaggio ospite con una incornata di Viatri, un gol degno del miglior Palermo, uno dei tanti assenti di quest'anno. Dopo il gol è salito in cattedra il diez di Ischia che con giocate degne di un fenomeno, quale lui è, ha gestito a suo piacimento la partita. Troppo poco questo River, troppo piccolo Buonanotte al cospetto di J.R., e troppo confusionario il finale degli uomini di Simeone che si affannavano a cercare il pareggio mentre Riquelme con la sua classe gli nascondeva il pallone per farlo riapparire all'improvviso in ogni dove. Avesse segnato, questo sarebbe ricordato per sempre come il suo Superclàsico, ma per ora va bene cosi, alla fine ha anche abbracciato Caceres con cui in settimana si era scontrato a muso duro ribadendo che "en la cancha todos somos amigos" fuori ognuno vive la sua vita. La sconfitta fa traballare e non poco Simeone a cui resta solo la speranza di fare strada in Copa Sudamericana, dove è atteso da un quarto niente male contro i messicani del Chivas Guadalajara, mentre per il Boca si apre la prospettiva di un semestre positivo, con l'Apertura non del tutto abbandonato nonostante la grande fuga del San Lorenzo a +8 e la Sudamericana come ancora di salvataggio. In poco più di 90' per entrambe le squadre è cambiata una stagione, è questa la magia del Superclàsico.
Sintesi River-Boca 0-1 (60' Viatri)

sabato 11 ottobre 2008

Dimitar Berbatov


Questa sera i giocatori di Lippi al Levski Stadium di Sofia si troveranno di fronte una Bulgaria ostica e con giocatori di buon livello provenienti in maggior parte dalla Premier League.
Senza dubbio però la stella della squadra è quel Dimitar Berbatov che in estate ha fatto litigare United e Spurs a suon di milioni di sterline.
Alla fine è approdato alla corte di Sir Alex Ferguson per una cifra elevatissima, ma fin'ora ha segnato solo 2 gol in Champions contro l'Aalborg.

Navigando in rete ho trovato una scheda davvero molto accurata su di lui:
Dimit’r Ivanov Berbatov, meglio noto come Dimitar Berbatov è uno dei prezzi pregiati del calciomercato internazionale del 2008, che potrebbe partecipare al tanto annunciato balletto delle punte di quest'anno.Berbatov è nato a Blagoevgrad il 30 gennaio 1981, e come suo padre Ivan ha iniziato a giocare con la maglia del Cska Sofia, la squadra più importante del suo paese, con cui ha esordito a 18 anni nella stagione 1998/1999.Nel 1999 ha vinto la coppa di Bulgaria con il suo club e seguito delle ottime prestazioni in campionato, si è meritato la prima convocazione con la Nazionale maggiore nel novembre 1999 in occasione di un match contro la Grecia.Con la Bulgaria ha partecipato senza fortuna a Euro 2004 e si è aggiudicato per ben 4 volte il titolo di miglior giocatore bulgaro dell'anno nel 2002, 2004, 2005 e 2007.Resta in patria fino al 2001, quando dopo 65 presenze e 37 gol, viene acquistato dalle aspirine del Bayer Leverkusen.In quegli anni la squadra di Topmoller era tra le grandi di Germania e si posizionava stabilmente nelle prime posizioni, grazie al contributo di campioni del calibro di Ballack, Ze Roberto, Neuville, Butt, Placente,Lucio, ecc... Dopo i primi mesi di ambientamento Dimitar si prepara per la stagione 2001/02 con grandi propositi sia a livello personale, sia a livello di squadra.La stagione delle aspirine è trionfale fino a maggio, quando in un colpo solo dovettero arrendersi in campionato alla rimonta del Borussia Dortmund, in finale di coppa di Germania e soprattutto in finale di Champions League contro il Real Madrid di Zidane.Nella finale di Glasgow Berbatov gioca anche uno spezzone di partita durante l'assedio del Bayer alla porta di uno strepitoso Casillas subentrato al titolare Cesar.Alla fine la coppa va a Madrid, ma resta l'amaro in bocca per una Champions condotta a livelli altissimi con eliminazioni eccellenti come quella del Liverpool e del Manchester United.Resterà a Leverkusen per altre 4 stagioni mettendo a segno ben 61 gol, tra i quali un paio in Champions contro il Real Madrid sconfitto 3-0 e la Roma all'Olimpico con un bel pallonetto. Nel 2006 è arrivato il momento di cambiare aria per lui e trova la sua sistemazione ideale nel North London.Se lo aggiudica per 11 milioni di sterline (circa 16 milioni di €) l'ambizioso Tottenham di Martin Jol, che con lui spera di ritornare agli antichi fasti dei tempi che furono, e di limare il gap ormai importante con le rivali storiche Chelsea e soprattutto Arsenal.La prima stagione va in archivio con 33 presenze e 12 gol in Premier, ma senza sussulti particolari.La seconda inizia nel peggiore dei modi, ma poi a White Hart Lane arriva il "Re di Coppe" Juande Ramos che trasforma Berbatov, in un attaccante formidabile mettendolo in condizione di esprimere tutta la sua qualità.Negli anni si è trasformato da prima punta da area di rigore grazie al fisico imponente (188 cm x 79 kg) in un attaccante di manovra che fa del controllo palla siderale il suo punto di forza, e grazie alla visione di gioco e ad un piede destro di notevole sensibilità è in grado tanto di andare a concludere, quanto di mandare in gol i compagni con tocchi deliziosi.L'apoteosi per i fan del Tottenham si ha il 29 dicembre 2007 quando Berbatov asfalta il Reading con 4 gol nel pirotecnico 6-4 finale nella partita più bella della Premier 2007/08.A seguito di queste prestazioni meravigliose arrivano le voci insistenti di una imminente offerta del Chelsea che voleva sostituire Drogba in vista della Coppa d'Africa e del Manchester United pronto a fare follie pur di portarlo all' Old Trafford.Juande Ramos non si fa intimidire dalle offerte arrivate e toglie il suo bomber dal mercato, a meno chè non arrivi un offerta di almeno 50 milioni di €.Verso la fine di Gennaio gli Spurs ospitavano i rivali dell'Arsenal nella semifinale di ritorno della Carling Cup, e si capi che i tempi erano ormai maturi per Berbatov e i suoi.Prestazione mostruosa e sfatato il tabù Gunners con un perentorio 5-1, cosi il "Re di Coppe" porta gli Spurs in finale contro il Chelsea di Grant.A febbraio nel nuovo avveneristico Wembley un suo rigore serve a pareggiare il gol di Drogba, e poi nei supplementari Woodgate regala la vittoria ai suoi. Juande Ramos al primo colpo vince un trofeo che mancava da troppo tempo nella bacheca di White Hart Lane.Berbatov conclude la stagione alla grande con 36 presenze e 15 gol, ma a questo punto le voci di mercato si fanno troppo insistenti, anche perchè rischia l'articolo 17.Tutta l'Europa che conta ha gli occhi su di lui, dallo United, al Barcellona, passando per Milan e Chelsea, che hanno individuato in lui l'uomo che può far fare il salto di qualità viste le sue doti da campione vero.Chissà che a Dimitar dopo aver alzato al cielo la Carling Cup non sia venuta voglia di alzare anche la coppa dalle grandi orecchie.



martedì 7 ottobre 2008

Sorteggio Coppa UEFA 2008/09




GRUPPO A


Schalke
Psg
Manchester City
Racing Santander
Twente




GRUPPO B


Benfica
Olimpiakos
Galatasaray
Hertha
Metalist Kharkiv




GRUPPO C


Siviglia
Stuttgart
Sampdoria
Partizan
Standard Liegi




GRUPPO E


Milan
Heerenveen
Braga
Portsmouth
Wolfsburg




GRUPPO F


Hamburg
Ajax
Slavia Praga
Aston Villa
Zilina



Gruppo G


Valencia

Bruges

Copenaghen

Saint-Etienne

Rosenborg




Gruppo H


CSKA Mosca

Deportivo la Coruna

Feyenoord

Nancy

Lech Poznan





Si è da poco concluso il sorteggio dei gironi della Coppa UEFA 2008/09 e sono venuti fuori dalle urne dei raggruppamenti davvero interessanti per quella che potrebbe essere la migliore UEFA degli ultimi anni.


Analizziamo ora i gironi:


Nel gruppo A regna l'equilibrio almeno sulla carta e ad ora non vedo nessuna favorita più delle altre. Il City ha forse la squadra migliore, ma ancora manca qualcosa ai Citizens per poter essere considerati una grande a tutti gli effetti.
Seconda forza dovrebbe essere lo Schalke che però non è nuovo a passi falsi e clamorose battute d'arresto sul più bello. Pesa il 4-0 esterno subito al Vicente Calderòn che è costato soldi e prestigio agli uomini di Rutten intenzionati a mantenere alto il nome del calcio tedesco che in Europa negli ultimi anni ha fatto poco.
Racing e Twente non sono più le stesse dello scorso anno e si giocheranno a mio avviso il terzo posto con il Psg del nuovo corso che a me non sembra ancora pronto per l'Europa.



Gruppo B che offre 2 abituèe della Champions come Olympiakos e Galatasaray che hanno operato bene sul mercato durante l'estate acquistando giocatori di esperienza (i turchi) e giovani interessanti (i greci).
La regina del girone e del mercato però per me è il Benfica che con Rui Costa è tornata alla grande sul mercato con i colpi Aimar, Suazo, Reyes, Martins, Sidnei, Balboa, ecc.....
Sulla carta partono favoriti i portoghesi che hanno una storia e un blasone non banali e possono disporre dell'unico fuoriclasse del girone: Angel Di Maria.
Non conosco il Metalist, ma il terzo posto attuale in campionato mi porta a pensare che non siano li per caso e giocare in Ucraina sarà un ostacolo per tutti.
Non mi convince molto l'Hertha nonostante la squadra non sia poi cosi male.




Gruppo C davvero interessante. La squadra più forte secondo me è lo Standard Liegi che è primo in Jupiter League e ha giocatori di ottima prospettiva e pronti alla ribalta continentale.
I vari Witsel, Mbokani, Dalmat, Defour, De Camargo, Camozzato, potrebbero dire poco ai meno informati, ma sono giocatori di tutto rispetto che l'anno scorso hanno dominato il campionato e quest'anno hanno fatto sudare il Liverpool nel preliminare perso solo al 117' del ritorno ad Anfield.
Il Siviglia al pari dello Standard sarà la squadra da battere e difficilmente mancherà il passaggio del turno.
Stoccarda terza forza del girone anche in virtù di un buon inizio in Bundes mentre la vedo dura per la Samp alle prese con problemi in campionato e il Partizan.




Gruppo D alla portata dell'Udinese che sfruttando il momento difficile delle concorrenti potrebbe anche piazzarsi al primo posto.
Spartak e Tottenham non stanno vivendo un bel momento anche se sulla carta forse sono superiori ai friulani. Nel caso degli inglesi la voglia di rivalsa e le capacità del "Re di Coppe" potrebbero fare la differenza, ma mai come in questo momento è doveroso usare il condizionale parlando degli Spurs.
Attenzione alla Dinamo che in casa si comporta spesso bene e ha dei giocatori interessanti, mentre non credo abbia molte chance il Nec che non ha nemmeno una rosa in grado di sopportare il doppio impegno.




Gruppo E che a me piace molto per la varietà e la diversità delle squadre presenti. Milan prima forza in virtù di una rosa nettamente superiore alle altre e un'abitudine all'Europa introvabile nemmeno tra le squadre di Cahmpions, l'unico punto interrogativo è legato alle motivazioni.
Pompeys e Wolfsburg dovrebbero far compagnia ai rossoneri nella fase ad eliminazione diretta alemno stando alle rose di cui dispongono, ma se gli inglesi nelle coppe fuori casa convincono pochissimo, i verdi di Germania nonostante un mercato dispendioso hanno una difesa ballerina e il nono posto in Bundes è al di sotto delle aspettative di inizio stagione.
In casa potrebbero dire la loro sia il Braga che l'Heerenveen (non mi dilungo sui Frisoni perchè gli dedicherò un approfondiomento nei prossimi giorni), ma fuori casa nelle coppe europee soprattutto il calcio portoghese ha dimostrato di essere indietro (vedi Arsenal-Porto, Napoli-Benfica).




Gruppo F che ha 3 padroni: Aston Villa, Amburgo e Ajax, in rigoroso ordine. I Villans di O'Neill ormai sono una realtà e mandano a memoria i loro schemi di gioco, in più il loro tecnico nel 2003 ha già raggiunto la finale con i Celtic.
L'Amburgo capolista in Germania ha già un pass per la prossima fase se riuscirà a combinare nel migliore dei modi l'impegno nazionale con quello continentale, ma è auspicabile un maggiore impegno in patria vista la situazione attuale del Bayern e mettere fieno in cascina ora, in vista della primavera potrebbe essere quantomai utile.
Ajax che è un'incognita per come alterna prestazioni buone ad altre sconcertanti, ma è superiore a Slavia e Zilina che dovranno accontetarsi delle briciole (non vorrei essere smentito da un harakiri dei lancieri).




Gruppo G che ha nel Valencia l'unica squadra in grado di passare sicuramente mentre le altre dovranno giocarsi la qualificazione negli scontri diretti.
Saint Etienne leggermente favorito rispetto a Rosenborg Copenaghen e Bruges che in casa saranno temibili, ma fuori casa sono poca roba.
Gruppo H incerto e con il fattore campo molto importante. La squadra più forte dovrebbe essere il CSKA che in campionato sta andando bene e negli ultimi anni ha spesso frequentato la Champions.
Dzagoev, Vagner Love, Akinfeev e Zhirkov sono un lusso per la Uefa e dovrebbero garantire un passaggio del turno agevole ai moscoviti.
Depor e Feyenoord si giocheranno il secondo posto con il terzo incomodo Nancy, ma attenzione alla mina vagante Lech che almeno in casa farà sudare tutti.

lunedì 6 ottobre 2008

Va in archivio un altro week-end di calcio




La 2 giorni di calcio mondiale ha proposto grandi temi per il lunedi.

Partiamo dalla partita del sabato: doveva essere la sfida tra Messi e Aguero, ma alla fine è diventata la sfida tra Messi e l'Atletico. Una "Pulce" cosi fa davvero tremare l'Europa e la Spagna che guarda ammirata al più grande talento contemporaneo.

Il 6-1 finale rende merito ad un Barcellona che nella prima mezz'ora ha demolito i Colchoneros con un calcio spettacolare sublimato dal talento incommensurabile di un Messi stratosferico a dimostrazione che sono le grandi squadre a rendere grandi un giocatore e non viceversa.

La mia impressione è che se dovessero sbloccarsi definitivamente Henry ed Eto'o e se Hleb riuscirà ad inserirsi nei meccanismi di gioco di Guardiola questo Barça ha qualcosa in più anche del Real.


L'altra partita del sabato sera era quella dell'Inter di Mourinho che a San Siro attendeva il Bologna di Arrigoni che proprio a Milano aveva colto l'unico successo stagionale.

Nell'Inter del tridente che cambia ad ogni partita c'è solo una certezza: Zlatan Ibrahimovic, che con un tacco spettacolare di "Manciniana memoria" ha portato avanti i nerazzurri che però non hanno convinto nel gioco e il sospetto della mancanza di idee a centrocampo diventa l'indiziato N°1 nel balbettante avvio interista.

Sono primi in classifica, questo è un dato di fatto, ma il loro gioco è poco gradevole e a tratti improvvisato.

Per carità, lo Special One non ha mai brillato per il gioco spettacolare, ma almeno il suo Chelsea aveva dei tratti inconfondibili come le cavalcate di Carvalho a impostare i contropiedi post-palle inattive, gli inserimenti dei centrocampisti (all'Inter l'unico che ha questa caratteristica è Cambiasso che però nel ruolo attuale (non il difensore part-time) davanti alla difesa è troppo bloccato), e la grande duttilità delle ali d'attacco.

All'Inter per ora manca tutto ciò e nemmeno l'impacciato e volenteroso Adriano riesce a ritornare sui livelli del 2004/05 nonostante le attenzioni di un tecnico che crede in lui, mentre Balotelli per ora è stato risposto nello sgabuzzino, per non parlare di Crespo.


Nella domenica di calcio internazionale (vi parlo solo delle partite che ho seguito in diretta) spiccano la roboante vittoria dello Zenit che si congeda dal suo pubblico prima della pausa per le nazionali con un 8-1 al Luch che forse non si aspettava tanta furia da parte degli uomini di Advocaat.


Il Liverpool (che ho seguito contemporaneamente allo Zenit) ha dimostrato di essere davvero forte e questo potrebbe essere davvero l'anno buono per ritornare in vetta alla Premier che ormai manca da 20 anni.

Dopo il vantaggio del City, Felipao aveva già iniziato ad assaporare una settimana da capolista solitario, ma non ha fatto i conti con Torres e Kuyt che hanno ribaltato il risultato e consegnato a Rafa Benitez una vittoria memorabile che conterà tantissimo a fine anno in termini di punti e anche di morale.

Morale sotto i tacchi per il Tottenham invece che ha perso 1-0 in casa contro le tigri di Hull che in una settimana hanno saccheggiato tutto il North London.


Capolista della Liga per ora è il Valencia che a mio avviso ha il miglior tecnico del campionato. Unai Emery già lo scorso anno alla guida dell'ALmeria ha dimostrato di essere in gamba e quest'anno si sta consacrando la dove nella passata stagione hanno fatto figuracce un pò tutti.

Il Valencia a corto di liquidi ha deciso di puntare sul basso profilo mettendo sotto contratto Emery, ma si è ritrovato in casa un allenatore preparato, maniacale nella cura dei particolari e conoscitore del calcio.

La vittoria de "Los Ches" contro il Valladolid è stata subito bollata come "vittoria all'italiana", ma in attesa del bel gioco va bene cosi, un contropiede perfetto e 3 punti in cassaforte.


In serata ho avuto modo di seguire anche l'acceso derby tra Olympiakos e Aek terminato 2-0 per i padroni di casa che non hanno incantato, ma in 3 minuti hanno avuto il merito di chiudere la partita. Per gli amanti del calcio argentino era anche il confronto tra Belluschi e Scocco, 2 dei protagonisti della vittoria del Newell's di Gallego nell'Apertura 2004.

Al 63' Kovacevic e al 66' Diogo hanno regalato una importante vittoria per gli uomini di Valverde che ha deciso la partita con un cambio.

Ha tolto l'abulico Belluschi (un peccato si stia perdendo cosi in Grecia) per inserire Kovacevic che alla prima occasione ha portato in vantaggio i biancorossi ateniesi.


Tralascio Milan e Real Madrid per parlare del quasi addio del Boca all'Apertura in seguito alla sconfitta contro l'Estudiantes rivitalizzato dal "Jefe" Astrada.

Ischia inizia a traballare per via delle sue scelte coraggiose, come buttare nella mischia dei ragazzini poco più che maggiorenni come Forlin, Noir, Viatri, Gaitan e Garcia.

Le necessità del momento non hanno aiutato il tecnico del Boca che ora è staccato di 8 punti dal San Lorenzo dell'ex Russo.
Dopo il vantaggio del nuovo "Tanque" Viatri, il Boca avrebbe potuto dilagare ma invece si è fatto raggiungere da un Pincha spuntato con il sinistro dalla distanza di Galvan e poi superare dalla beffarda punizione di Benitez ancora con il mancino.
Un vero e proprio colpo per gli xeneizes che hanno perso consapevolezza e lucidità. Riquelme marcato stretto è sembrato stanco, stanchissimo, a tratti imbarazzante Battaglia e il solo Gaitàn nel finale ha fatto scorrere un brivido lungo la schiena del Jefe.

Da sottolineare la prova di un grande Veròn e di un instancabile Angeleri (giocatore da prendere subito).
Astrada vince cosi il suo personalissimo derby, mentre al Boca non resta che sperare visto che il 19 ottobre si va al Monumental per un Supeclasico di importanza vitale per entrambe, nonostante sia quasi irrilevante ai fini della classifica soprattutto per la Baires millonaria.

E' nato "Sognando Futbolandia"

Sono ben lieto di annunciare a tutti gli amanti del calcio che finalmente ho creato il mio blog: "Sognando Futbolandia".
Dal titolo si evince la mia predilezione per il calcio Sudamericano, ma io non mi fermo li, perchè amo il calcio in generale e guardo e riguardo una infinità di partite ogni anno dei più disparati campionati del mondo, di qualsiasi nazione e categoria.
Il calcio che preferisco come detto è quello del Sub Continente e per questo nel mio blog gran parte dello spazio sarà dedicato al futbol argentino e brasiliano.
In molti si chiederanno perchè proprio quello Sudamericano e non altri??? Beh perchè è da li che vengono i più grandi giocatori di sempre: Pelè e Maradona ed è da li che continuamente vengono fuori piccoli talenti pronti a infiammare gli stadi più imponenti d'Europa con la loro fantasia, la loro classe, la loro allegria e i loro gol.
Fermarsi a questo però sarebbe riduttivo e per questo motivo mi impegnerò a trattare qualunque cosa riguardi da vicino il mondo del calcio, e di conseguenza i campionati più importanti, le Coppe internazionali (a proposito Champions League Asiatica e Africana volgono al termine), Qualificazioni Mondiali, talenti emergenti, realtà affermate e tanto altro ancora.
Cercherò di trattare anche argomenti tattici o puramente legati al gioco delle squadre che più si metteranno più in mostra durante la stagione, analizzandone tutti gli aspetti.
A questo punto non mi resta che augurarvi Buon Divertimento !!!!!!