venerdì 29 gennaio 2010

Campioni d'Italia, ma non di stile

L'Inter si aggiudica il derby della Madonnina

Ormai volge quasi al termine la settimana del derby tra Inter e Milan che ha visto i nerazzurri vincitori sul campo per 2-0 con le reti di Milito e Pandev.
In questa settimana però, paradossalmente, non si è parlato tanto dei 90 minuti, quanto dell'infuocato post derby che dura da diversi giorni e sta catalizzando l'attenzione della stampa e degli addetti ai lavori.
I 90 minuti di domenica sera hanno sancito ancora una volta di più la superiorità indiscussa dell'Inter in Serie A che a questo punto ha quasi ipotecato il 4° scudetto consecutivo (non valgono i titoli di cartone assegnati in tribunale); un record quasi impensabile nel calcio attuale, dove è molto difficile restare al Top per diverse stagioni nei campionati di maggiore livello.
La corazzata messa su da Mourinho ha dominato la stracittadina in lungo e in largo, passando subito in vantaggio con un tracciante mancino di Milito che ha capitalizzato al massimo l'errore di Abate in copertura e ha poi raddoppiato con una punizione di Pandev su cui non è esente da colpe Dida.
Il resto della partita è stato caratterizzato dal possesso palla milanista che però non ha trovato sbocchi offensivi per la bravura dei difensori interisti e per la scarsa vena di alcuni interpreti (Pirlo, Beckham e Ronaldinho su tutti).
Questa partita era attesa da tutti come la partita che avrebbe potuto decidere il campionato e indirizzarlo in maniera quasi decisiva: in molti si aspettavano una vittoria del Milan che arrivava al grande appuntamento con molta convinzione, forte di un ottimo stato di forma e reduce da grandissime prestazioni caratterizzate da un gioco avvolgente e brillante, mentre l'Inter non stava vivendo un grandissimo momento di forma, benchè i risultati dicessero il contrario, ma alla fine non c'è stata partita.
Quando si vince una partita in questo modo, c'è solo da sentirsi orgogliosi e manifestare la propria gioia in campo e nelle dichiarazioni del dopo gara e non fare come Mourinho che in barba alla signorilità è andato a sparare a zero contro tutto e tutti ai microfoni dei giornalisti della mix-zone.
A ben vedere le tensioni erano cominciate prima della gara a causa del rinvio di Fiorentina-Milan al 24 febbraio per la concomitanza con l'impegno di Coppa Italia che vedeva il Milan opposto all'Udinese.
Tensioni già alimentate da Oriali che dopo il pareggio di Bari si era augurato di finire il derby in 11 uomini e di non subire torti arbitrali.
Tra teatrini vari si era arrivati a caricare questa sfida di veleni e tensioni che sono culminate nell'espulsione di Sneijder che ha mandato su tutte le furie la panchina dei campioni d'Italia che da li in poi ha iniziato a contestare ogni decisione arbitrale di Rocchi.
Per onestà intellettuale bisogna ammettere che l'epulsione dell'olandese è esagerata, ma a termini di regolamento ci sta tutta ed è stato lo stesso giocatore ad ammettere a mente fredda che in quei minuti era arrabbiatissimo con l'arbitro e di averlo coperto d'insulti già prima per un contrasto fortuito di gioco.
Come se non bastasse Rocchi ha poi concesso un rigore al Milan a partita ormai compromessa e espulso anche Lucio, ma ha graziato Muntari che avrebbe dovuto lasciare il campo anzitempo per un'entrataccia su Gattuso.
Il triplice fischio ha significato la fine delle velleità dei rossoneri di titolo e ha dato il là al rivoltante show dei nerazzurri che hanno dato il meglio di loro stessi mostrando all'Italia intera lo "stile Inter".
Le deplorevoli scene di giubilo dei giocatori al termine della gara sono state uno spettacolo patetico e disgustoso: Materazzi ha iniziato ad abbracciare tutti e saltellare con indosso la maschera di Berlusconi; lo stesso che all'andata dopo il perentorio 4-0 subito era andato a complimentarsi con gli avversari negli spogliatoi.
Poi Mourinho ha iniziato a rilasciare dichiarazioni alle Tv dicendo che avrebbe perso questo derby solo giocando in 6 (o 7) e poi si è detto dubbioso e preoccupato circa il prosieguo del campionato con affermazioni del tipo: «Hanno fatto di tutto per non farci vincere. Figuriamoci cosa sarà per lo scudetto» e «L’arbitro remava contro. Se Ronaldinho avesse segnato il rigore, il recupero sarebbe stato di otto minuti…».
A dar man forte al tecnico portoghese poi è arrivato il fantomatico Ernesto Paolillo che si è detto certo della volontà sleale di qualcuno di riaprire il campionato; poi è stata la volta del presidente Moratti che ha detto di sentir soffiare un vento contrario all'Inter.
Per aver fomentato l'ipotesi di complotto Mourinho e Paolillo sono stati deferiti ed è ormai calato il gelo tra le 2 società milanesi.
Da Via Turati non sono arrivate repliche agli attacchi provenienti da Via Durini, perchè come al solito i vincenti sanno perdere, oltre ad avere un'innata signorilità.
Leonardo non si è abbassato al livello del suo dirimpettaio ed ha cercato di smorzare i toni, mentre Galliani ha preferito sorvolare, ma è chiaro che d'ora in poi i rapporti tra le società meneghine non saranno più gli stessi vista l'arroganza dei campioni d'Italia.
Tutti bravi a parlare e sparlare in questa occasione, parlando di complotti, ma quindi avrebbero dovuto gridare al complotto anche il Chievo e il Siena, viste le sconfitte contro i nerazzurri.
Sconfitta del Bentegodi macchiata da un fallo di mano di Quaresma in area di rigore, cosi come il rocambolesco 4-3 subito dal Siena a San Siro con una punizione inesistente regalata all'Inter nei minuti finali di gara che ha letteralmente ribaltato l'esito dell'incontro.
Ma la lista è lunga e si potrebbe tranquillamente continuare, tanto per rendere l'idea di quanto l'Inter sia stata favorita in questo campionato che sta giustamente dominando e vista la sua forza, non avrebbe bisogno di aiuti arbitrali.
In questa situazione, sarebbe meglio tacere e sorvolare su alcuni episodi, invece di sbottare e gridare al complotto, ma si sa gli interisti sono da anni dei frustrati, con in primis il presidente Moratti e giù a seguire tutti i tifosi, cosi hanno il bisogno di sentirsi al centro dell'attenzione dopo anni di anonimato.
Dopo Calciopoli, con l'uscita di scena di Moggi si pensava che finalmente il male fosse stato estirpato dal calcio italiano, ma la realtà dei fatti è che invece, l'Inter di oggi è come la Juventus della Triade: vincente, antipatica e spudoratamente aiutata dagli arbitri.
A sostenere questa tesi c'è anche il capitano giallorosso Totti che nei giorni passati a Sky Sport aveva affermato: «Per come la penso io, c’è un pizzico di sudditanza psicologica, di tutti, perché hanno paura a parlare male in questo momento dell’Inter, perché poi se avessero il coraggio e la lealtà di dire quello che vedono, sarebbe molto più facile. E, invece, loro negano e negare l’evidenza penso che sia un po’ difficile. Non voglio attaccare l’Inter, perché l’Inter società penso che non c’entra niente, poi i giocatori sono bravi e vincono in campo. Però, qualcosa sotto penso che ci sia. Qualcosa sotto nel senso che hanno dei piccoli aiutini. Quello, purtroppo, c’è sempre stato, fa parte del calcio, come la Juve tanto tempo fa, adesso c’è l’Inter. Io non penso che l’Inter abbia fatto quello che ha fatto la Juve. Purtroppo, sono uscite tutte le intercettazioni e abbiamo capito la verità, quello che c’era dietro. Io non penso che l’Inter abbia fatto la stessa cosa, anche perché loro vincono sul campo, poi gli arbitri possono sbagliare perché non è semplice gestire 90 minuti e non sbagliare almeno una volta. Però, sbagliare sempre allo stesso modo e sempre dalla stessa parte, un po’ ti fa pensare. Questo è quello che volevo dire, non che rubano le partite o l’aiutano. Mi dispiace perché tu ti alleni tutta la settimana e poi sai che tanto loro, o perché sono forti o perché succede qualcosa, vincono sempre».
Da Via Durini gridano allo scandalo, al complotto, ma dimenticano che in Europa (dove dovrebbero essere tutti uguali) non alzano un trofeo dal 1965 e l'ultima finale risale ormai al 1972.
Cosi come lo scorso anno anche quest'anno la compagine nerazzurra è destinata ad abbandonare anzitempo la manifestazione perchè quello che accade in Italia non accade anche in Europa, e quando l'Inter incontra squadre che praticano un calcio totale, va in bambola.
Il Barcellona ha mostrato a tutti i limiti della Beneamata che in 2 sfide contro i catalani ha visto il pallone solo per pochi minuti e ha dovuto inchinarsi allo strapotere degli uomini di Guardiola che sono andati ad umiliare Mourinho e i suoi anche a San Siro senza ottenere i 3 punti, vuoi per l'imprecisione degli attaccanti blaugrana, vuoi per una svista dell'arbitro (che casualità) che non ha visto un tocco di mano in area.
Al Chelsea il compito di rendere giustizia ad una Serie A impotente dinanzi all'Inter che vince anche quando non dovrebbe e non di rado in maniera non del tutto lecita.
L'antipatia che una volta caratterizzava la Juventus ormai è passata in tutto e per tutto alla società di Moratti che dopo anni di sconfitte ha iniziato a vincere (grazie alle disgrazie altrui), e ha dimostrato di non sapere vincere.
Chi perde deve saper ammettere la sconfitta, cosi come chi vince deve riconoscere anche i meriti dell'avversario oltre a rispettarlo, cose che l'Inter non ha mai saputo fare e tanti anni di frustrazioni non hanno fatto altro che peggiorare le cose.
Cari interisti è questione di stile, signori si nasce....

giovedì 21 gennaio 2010

La CAN 2010 entra nel vivo


Delineato il quadro dei quarti di finale

Dopo la tragedia iniziale con il barbaro attentato che ha colpito il pullman del Togo, si è iniziato a giocare in Angola e la fase a gironi si è chiusa con qualche sorpresa e qualche delusione.
Il Gruppo A si è chiuso con l'esclusione del Mali dei vari Keita, Kanoutè e Sissoko che con soli 4 punti lascia la manifestazione a favore dei padroni di casa dell'Angola che dopo la beffa iniziale (4-0 poi rimontato dal Mali in 18 minuti) hanno saputo riscattarsi centrando la qualificazione senza troppi patemi e l'Algeria che con 4 punti si è guadagnata il pass.
Nel Gruppo B macchiato dal ritiro del Togo si è imposta la Costa d'Avorio che con una vittoria contro il Ghana si è assicurata il primo posto nel girone dopo il deludente pareggio iniziale contro il Burkina Faso, che a sua volta è stato sconfitto dai ghanesi che cosi si sono assicurati il secondo posto.
Nel Gruppo C l'Egitto ha dettato legge chiudendo al primo posto e a punteggio pieno, seguito dalla Nigeria, nel girone in cui c'è stato maggior distacco tra le grandi e le 2 cerentole a cui sono rimaste le briciole.
Nel Gruppo D il Camerun di Eto'o ha dovuto soffrire fino all'ultimo istante per superare il turno e solo grazie alla miglior differenza reti ha estromesso il Gabon dalla manifestazione e farà compagnia allo Zambia nei quarti di finale.
Ecco dunque il quadro completo dei quarti:

Angola - Ghana
Costa d'Avorio - Algeria
Egitto - Camerun
Zambia - Nigeria

Tutti gli abbinamenti sono molto intriganti ed è molto difficile azzardare un pronostico. Nella prima sfida il Ghana può contare sicuramente su una maggiore caratura tecnica, ma dal canto suo l'Angola gioca in casa e avrà la spinta del pubblico oltre a far leva sui gol del capocannoniere della manifestazione, Flavio.
La Costa d'Avorio è forse l'unica squadra che può impedire il tris ai Faraoni, ma per farlo dovrà iniziare a convincere a partire dalla prossima partita.
L'Algeria parteciperà ai prossimi Mondiali ed è una squadra di buon livello; sulla carta sicuramente inferiore agli ivoriani, ma questa indubbia superiorità di Drogba & Co. fin'ora non si è ancora vista.
L'uomo che potrebbe decidere la contesa è senza dubbio Didier Drogba che alla vigilia era l'uomo più atteso, ma per ora non ha fatto ancora la differenza ed è soprattutto questo che ci si aspetta da un campione come lui.
Il remake della finale del 2008 tra Egitto e Camerun sembra essere una sfida impari per quanto visto nella fase a gironi.
I Faraoni hanno dominato in lungo e in largo il proprio gruppo mettendo in campo una determinazione fuori dal comune dettata dalla voglia di rivalsa dopo la mancata qualificazione ai prossimi Mondiali.
I vari El Hadari, Hosni, Meteab, Ahmed Hassan stanno onorando al meglio il titolo conquistato in Ghana 2 anni fa e al momento sono i principali candidati ad alzare di nuovo la Coppa che vorrebbe dire settima affermazione continentale, nonchè terza consecutiva.
Il Camerun visto oggi è davvero poca roba e nemmeno il vero Eto'o potrebbe risollevare le sorti di una squadra che sembra spacciata, ma in Africa i camerunensi sono noti come Leoni Indomabili proprio per la loro capacità di rialzarsi nei momenti più difficili, e se vogliono ambire alla finale dovranno tirar fuori gli artigli proprio contro i bicampioni d'Africa.
Nell'ultimo incontro lo Zambia sembra essere favorito sulla Nigeria che ha vinto 2 partite nel girone, ma ha convinto poco a differenza dello Zambia che da outsider è riuscito a qualificarsi a scapito della Tunisia e ora non ha nulla da perdere e potrebbe rivelarsi la grande sorpresa di questa CAN 2010.