martedì 22 settembre 2009

Rodrigo Pastorini

L'ultimo goleador celeste

Terminata la sessione estiva del calciomercato, tutte le squadre guardano già al mercato di gennaio per rinforzarsi e come spesso accade sono in molti a cercare in Sud America un giovane da talento su cui scommettere.
Uno dei prospetti più interessanti del panorama sudamericano è senza dubbio l'uruguagio Rodrigo Pastorini, andiamo a conoscerlo meglio:

Rodrigo Pastorini nasce il 4 marzo 1990 a Florida, un paese a circa 100 km dalla capitale Montevideo.
Inizia a tirare calci ad un pallone sin da bambino e a 6 anni gioca già nella squadretta della sua città, l'Atletico Florida.
A 14 anni si aggrega alle giovanili del Danubio nella settima categoria. Intanto prosegue gli studi e la sua vita si divide a metà tra la scuola e gli allenamenti che continua a sostenere nonostante la distanza da Montevideo.
Dal 2004 ha viaggiato tutti i giorni per andare ad allenarsi, ma dallo scorso anno è andato a vivere con la sua famiglia nella capitale, ed ora è suo padre a dover viaggiare tutti i giorni per andare a lavorare a Florida.
La sua carriera in crescendo al Danubio lo ha costretto ad abbandonare gli studi di veterinaria per mancanza di tempo, ma i risultati sportivi gli stanno dando ragione.
Già nel 2005 si mise in grande evidenza al Mundialito Paz y Unidad segnando una tripletta nel 4-1 finale contro il Tahuici che è valsa la coppa ai suoi e dopo la partita espresse tutta la sua gratitudine verso il club dicendo: “No todos los chicos del interior de mi país podemos darnos el gusto de jugar para Danubio, es por eso que la satisfacción de ser el goleador de mi equipo es doble”.
E' stato il capocannoniere di 3 delle 4 categorie giovanili in cui ha giocato e dopo le sue ottime prestazioni nelle juveniles ha esordito in Primera Division con il Danubio il 30 giugno 2008.
Da allora fa parte in pianta stabile della prima squadra e ed è stato uno dei punti fissi delle selezioni sub15 e sub17 della Celeste.

Destro naturale, longilineo, è dotato di un fisico molto possente (186 cm x 77kg) nonostante la giovane età ed è abbastanza rapido grazie alle sue lunghe leve.
E' un centravanti che ama svariare su tutto il fronte d'attacco, intelligente nei movimenti che sono il suo punto di forza ed essenziale nel suo gioco.
Non è una prima punta statica, ma ama anche partire largo sia a destra che a sinistra o arretrare a prendere palla e partecipare alla manovra, è bravo nel tenere palla e abile con tutti e due i piedi.
A livello giovanile con il Danubio si è rivelato una macchina da gol e il senso del gol è uno dei suoi
principali punti di forza.
Il CT dell'Uruguay Sub-20 non lo ha convocato per il Mondiale che si sta svolgendo in Egitto a causa di problemi politici tra il suo club e la federazione, e da un punto di vista prettamente economico può essere uno svantaggio per la società vista la grande visibilità di cui avrebbe goduto in una vetrina del genere.
Il suo attuale contratto scadrà nel 2010, e come lui stesso mi ha confidato non gli dispiacerebbe giocare un anno in Argentina per acquisire ulteriore esperienza, fermo restando che il suo pallino è l'Europa e in particolare l'Italia e la Spagna.
Diverse società di Serie A si sono interessate a lui, ma negli ultimi tempi la squadra che più di tutte ha provato a fargli attraversare l'Atlantico è stato il Siviglia di Jose Del Nido, sempre attento ai giovani talenti che sbocciano in Sud America.

giovedì 17 settembre 2009

Bugie da Champions


Domino blaugrana sotto la pioggia di San Siro

Nella 2 giorni di Champions tutti aspettavano con ansia il big match di San Siro tra l'Inter e il Barcellona, attesa che non è stata ripagata dal campo, almeno non del tutto.
Merito (si fa per dire) dei nerazzurri catenacciari fino alla fine, che hanno impedito ai Culè di arrivare in porta grazie ad una difesa eroica contro gli avanti blaugrana.
Chi non ha visto la partita e ha letto il risultato sui giornali o ascoltato il servizio alla Tv non può rendersi conto di quanto abbia detto realmente il campo.
Sarà pur finita a reti inviolate, ma gli interisti hanno avuto il controllo del pallone solo per pochi istanti, il resto è stato un monologo blaugrana, condito da qualche occasione da rete limpida e da una clamorosa svista arbitrale.
Bugiardo il risultato, come sono stati bugiardi i 2 tecnici nelle interviste del dopo partita: Guardiola diplomatico e cavalleresco nei confronti degli avversari, Mourinho come al solito sicuro di se e soddisfatto del risultato e della prestazione.
Dichiarazioni di circostanza dei 2 visto che ne l'uno ne l'altro avevano motivi per essere realmente soddisfatti.
Il Barcellona per quanto fatto, avrebbe dovuto vincere con più di un gol di scarto, ma la realtà attuale è che manca un vero finalizzatore poichè Ibra è ancora un corpo estraneo alla manovra,.
Ha cambiato in peggio a tratti il gioco della squadra che raramente in passato lanciava la palla in avanti come capita ora con lo svedese.
Inoltre troppe volte al limite dell'area si è cercato lo scambio stretto, quando, sarebbe stato preferibile concludere direttamente a rete o si sono sbagliate facili occasioni (vedi Keita e Ibrahimovic) a tu per tu con Julio Cesar.
Il pari sta stretto a Messi & Co. che hanno avuto il 67% di possesso palla e hanno gestito il gioco per tutti i 90 minuti denotando una maturità e una sicurezza sconosciute alla Beneamata.
L'unica colpa del Timbaler forse, è stato mettere dentro Iniesta troppo tardi, lasciando in campo un Henry paurosamente sul viale del tramonto (che di certo non è aiutato dalla posizione in campo) e che è uscito nettamente sconfitto dal duello con Maicon.
Mou se avesse voluto vincere ha sbagliato del tutto tattica e formazione, se invece il suo scopo era non perdere (com'è più probabile) ha centrato in pieno il suo obiettivo e gliene va dato merito.
Muntari e Zanetti larghi sulle fasce erano molto indicativi del tipo di partita che volesse giocare il portoghese.
I giornalisti hanno detto che l'Inter nel primo tempo ha provato a giocare alla pari contro il Barcellona, ma ne siamo (ne siete, ne sono) davvero sicuri???
Consiglio vivamente a tutti loro di andarsi a rivedere la partita perchè qualche anno fa per una partita del genere si sarebbe subito gridato allo scandalo, al catenaccio e chi più ne ha più ne metta.
Nel primo tempo le poche occasioni capitate ai campioni d'Italia sono nate da errori individuali dei difensori avversari che hanno regalato palla ai vari Eto'o, Milito, Sneijder che si sono resi seriamente pericolosi solo in una occasione con un tiro di sinistro dell'olandese che ha sfiorato il palo.
Di li in poi Valdes non è stato più impegnato, mentre dall'altra parte si consumava un assedio, che non è andato a buon fine solo per le imprecisioni di Ibrahimovic e la bravura di Lucio e Samuel oltre allo spudorato catenaccio attuato da tutti gli uomini di movimento tranne le 2 punte.
L'argentino è stato una diga, mentre il brasiliano monumentale in area, è stato sistematico saltato da Messi nelle sue uscite a vuoto fuori dalla linea difensiva, confermando i suoi limiti storici.
In definitiva lo 0-0 è un punteggio che fa felice l'Inter che ha evitato una sconfitta, ma non ha certo evitato l'umiliazione di farsi dominare in casa, nel gioco, che tutt'ora non convince.
A Kazan serviranno i 3 punti, che quasi certamente arriveranno non attraverso il gioco, ma solo grazie ad una superiorità che può manifestarsi contro compagini di livello inferiori, non contro il Barcellona.
Mourinho ha visto un'Inter che ha giocato alla pari; è stato bugiardo come spesso gli accade, ma può mentire agli altri, non a se stesso, perchè ieri sera la soddisfazione per il risultato è stata subito oscurata dall'amarezza dettata dalla consapevolezza che nemmeno quest'anno Zanetti alzerà al cielo quella coppa.

venerdì 11 settembre 2009

La caida del Rey


Maradona attraversa il suo peggior momento da DT

Il Maradona uomo è caduto e si è rialzato, il Maradona calciatore forse non è mai realmente caduto, il Maradona allenatore è caduto e difficilmente si rialzerà.
In questa settimana la sua Argentina era attesa dalla prova del fuoco: 2 partite da dentro o fuori, da vincere assolutamente per continuare a sperare in una qualificazione diretta al Mondiale.
Sono arrivate invece 2 sconfitte che non cambiano di molto la posizione nel girone, ma hanno influito pesantemente sulla posizione del DT e sul morale di una squadra ormai sfiduciata.
Prima della sfida di Rosario contro il Brasile, l'ex Pibe de Oro aveva fatto grandi proclami dichiarandosi pronto ad "affogare" i verdeoro e manifestando una strana sicurezza aveva dato già la sua formazione alla vigilia.
Il verdetto del campo però è stato durissimo per la Selecciòn sconfitta nettamente 3-1 da un Brasile troppo forte e abile nello sfruttare le occasioni capitategli.
Da quando Diego ha preso in mano le redini della squadra ancora non si è visto un progetto tattico ben definito, ancora non si è delineato un "once de memoria" e soprattutto ancora non si è visto del gioco ne tantomeno i risultati.
In 10 uscite ufficiali sono stati convocati più di 60 giocatori, ma se da un lato va dato il merito di avere il coraggio di chiamare i giovani, dall'altro non si capiscono le convocazioni di vecchie glorie ormai sul viale del tramonto come Palermo, Veron o Schiavi.
A pagare la pessima prestazione del Gigante de Arroyito è stato principalmente Andujar a cui è stato preferito Romero nella trasferta di Asunciòn; morale della favola: l'Argentina con l'estremo difensore dell'Az tra i pali è stata surclassata dal Paraguay che ha vinto per 1-0, ma il risultato sarebbe potuto essere più largo.
In patria sono in molti a chiedere la sua testa, ma difficilmente Grondona rinnegherà la scelta che ha fatto lo scorso anno e quindi per le prossime 2 partite probabilmente ci sarà lui in panchina nonostante fossero stati fatti anche i nomi dei probabili successori come il Turco Mohamed e Carlos Bilardo.
Per un'Argentina che piange c'è un Brasile che ride e non potrebbe essere altrimenti. Gli uomini di Dunga hanno centrato la qualificazione con 2 turni d'anticipo e in una sola settimana hanno sconfitto prima i loro rivali storici e poi il Cile, terza forza del girone.
Alla vigilia di questa settimana di qualificazione i verdeoro erano la formazione più tranquilla dall'alto del primo posto del girone e di una consapevolezza nei propri mezzi che dura ormai dalla Confederations Cup.
A differenza di Maradona, Dunga ha ben delineato il suo 11 di partenza e d'ora in poi potrà tranquillamente sperimentare nuovi moduli e giocatori.
Al centro della difesa Juan, Thiago Silva e Luisao si giocheranno il posto accanto a Lucio, mentre sulla trequarti l'unico ballottaggio è tra Elano e Ramires, confermatissimo invece Luis Fabiano che sta vivendo un grandissimo momento dal punto di vista realizzativo.
A meno di un anno dal Mondiale la Seleção è la favorita d'obbligo con Spagna e Inghilterra; si dicevano le stesse cose anche nel 2005 e poi sappiamo tutti com'è andata a finire, ma gli errori si commettono proprio per non essere ripetuti e questo Brasile sembra avere tutte le virtù di quello di Parreira, senza però i vizi di quella accozzaglia di campioni che si presentò in Germania.
Sono certe ormai di andare in Sud Africa anche il Paraguay dell'argentino Gerardo "Tata" Martino e il Cile di Marcelo Bielsa a cui manca solo la certezza matematica.
I Rojiblancos hanno demolito l'Argentina dal punto di vista del gioco evidenziando ancora una volta di più la loro solidità difensiva (seconda miglior difesa del girone) e l'intesa del tandem offensivo Valdez-Cabañas che ha messo in serio imbarazzo la difesa albiceleste.
La Roja invece è stata una delusione perchè in 2 partite ha raccolto solo un punto contro il Venezuela, mentre ha perso 4-2 a Salvador contro una Seleção composta in gran parte da riserve.
La qualificazione non dovrebbe essere in dubbio, perchè gli basterà non perdere in Colombia e in casa con l'Ecuador per avere la quasi certezza del 3° posto e questa squadra ha tutte le potenzialità per far bene anche nella prossima rassegna iridata.
Il ricambio generazionale ha finalmente riportato il Cile ad alti livelli come dimostrato anche dagli ottimi risultati conseguiti a livello giovanile al Torneo di Tolone negli ultimi 2 anni.
Gli ultimi 2 posti se li giocheranno l'Ecuador, Argentina, Venezuela, Uruguay e Colombia. La prossima giornata potrebbe essere favorevole a tutte tranne l'Uruguay che andrà a giocare lo scontro diretto in Venezuela e nell'ultima trasferta si è dimostrato vulnerabile perdendo contro il Perù fanalino di coda.
Cosi a diventare decisiva potrebbe essere l'ultima giornata che vede la Celeste ospitare a Montevideo la Selecciòn in quella che potrebbe diventare la sfida decisiva per il 5° ed ultimo posto utile, che vale lo spareggio con la quarta squadra della zona Concacaf che verosimilmente sarà la Costa Rica.

Le prossime 2 giornate:

17ª giornata 11/10/09

Argentina - Perù
Bolivia - Brasile
Colombia - Cile
Ecuador - Uruguay
Venezuela - Paraguay

18ª giornata 15/10/09

Paraguay - Colombia
Perù - Bolivia
Uruguay - Argentina
Brasile - Venezuela
Cile - Ecuador

La classifica attuale dopo 16 giornate:

Brasile 33
Paraguay 30
Cile 27
Ecuador 23
Argentina 22
Uruguay 21
Venezuela 21
Colombia 20
Bolivia 12
Perù 10