I club inglesi continuano nel loro dominio sul continente
In questi giorni che intercorrono tra l'andata e il ritorno degli ottavi di Champions League si è molto discusso sulla superiorità manifestata dai club inglesi nei confronti delle nostre squadre impegnate nella massima competizione continentale.
La differenza la fanno soprattutto i soldi, ma sarebbe riduttivo parlare di superiorità dovuta solo al maggiore potere economico.
I soldi ci sono, è innegabile, ma c'è tutta una programmazione dietro che ha portato la Premier ad essere il campionato più importante e competitivo del mondo, una sorta di Nba del calcio.
In pochi anni la Serie A ha perso il suo fascino e ha iniziato a perdere anche il suo appeal nei confronti dei grandi campioni che pian piano hanno iniziato a preferire la Premier League per i maggiori stipendi e non solo.
Da 2-3 anni ormai il campionato inglese è senza dubbio il migliore d'Europa e anche i risultati conseguiti in Champions rendono merito ad un movimento calcistico che si sta dimostrando a tratti inarrestabile.
Nel 2005 il Liverpool ha vinto la coppa ai danni del Milan, nel 2006 l'Arsenal ha ceduto in finale contro il Barcellona e poi dall'anno successivo è iniziato il dominio di Sua Maestà con 3 semifinaliste su 4 nelle edizioni 2007 e 2008, fino al punto massimo raggiunto nella notte di Mosca con la finalissima tutta inglese tra Manchester United e Chelsea.
Se nel 2007 il Milan ha avuto la meglio, negli ultimi 2 anni le inglesi hanno annichilito le italiane dimostrando una superiorità schiacciante. In 9 partite infatti le nostre rappresentanti in Champions non sono riuscite a segnare neppure un gol.
Quest'andata degli ottavi ha evidenziato come, nonostante alcune defezioni importanti (Vidic, Scholes, Rooney, Rafael, Adebayor, Fabregas, Walcott, Essien, ecc...), i club di Premier sono superiori alle nostre squadre, sia nel gioco che nella gestione del risultato e bisogna ringraziare la sorte se Juventus, Inter e Roma sono ancora in corsa.
Si parlava però di programmazione e basti ricordare che quando nel 2005 il Liverpool vinceva il trofeo ad Istanbul contro il Milan, il Manchester United dei baby Ronaldo e Rooney veniva eliminato dal Milan con un doppio 1-0.
Allora entrambi erano poco più che ragazzini mentre ora a distanza di 4 anni sono dei campioni affermati del panorama continentale e per arrivare ad avere una squadra del genere Sir Alex Ferguson ha dovuto attraversare anche degli anni di transizione, ma alla fine la lungimiranza ha pagato.
C. Ronaldo poteva essere acquistato a fine stagione a costo 0, mentre Ferguson decise di investire ben 17 milioni di euro per prenderlo subito; fior di milioni spesi anche per Rooney, Nani, Anderson, Tevez.
Con tanti milioni all'Old Trafford sono arrivati alcuni dei giovani più forti del mondo, che sono stati affiancati a giocatori di caratura mondiale per completare una rosa davvero fantastica.
L'emblema della superiorità economica inglese è Vidic che era praticamente della Fiorentina salvo poi andare al Manchester che ha offerto una cifra maggiore a lui e allo Spartak Mosca.
Gli ultimi esempi della lungimiranza di Ferguson e dei suoi osservatori sono i gioiellini serbi Ljajic e Tosic presi dal Partizan Belgrado per una cifra assolutamente fuori dalla portata del nostro calcio. I gemelli Fabio e Rafel acquistati prima ancora che fossero maggiorenni dal Fluminense e per tornare un pò più indietro nel tempo il nostro Giuseppe Rossi, sono esempi di quanto la sappiano lunga gli osservatori dei Red Devils.
Ma la squadra che più di tutte vive sulla programmazione in Inghilterra è l'Arsenal di Wenger che ormai fa scuola quando si parla di giovani.
E' noto che i maggiori sforzi economici vengano fatti per migliorare il settore giovanile perchè i giovani sono il futuro e scovare i campioni è più redditizio che acquistarli una volta affermatisi. Fabregas è il massimo esempio di quanto Wenger ci sappia fare con i giovani, ma anche Flamini, Diaby, Ebouè, Clichy, Sagnà, Van Persie, Walcott sono stati tutti presi quando erano poco più che ragazzini e sgrezzati fino a farli diventare dei campioni.
Adebayor all'inizio faticava all'ombra di Henry ma poi la cessione del francese al Barcellona gli ha aperto le porte e ora è titolare inamovibile e ricercato da mezza Europa.
I metodi di acquisto dei giovani saranno pure poco ortodossi, ma danno i loro frutti e infatti l'ultima nidiata di gioiellini sfornata dall'Academy è pregiatissima: lo spagnolo Fran Merida alter ego di Fabregas, il gallese Ramsey, Wilshere e Lansbury sono tutti dei talenti da seguire con attenzione in attesa della loro definitiva esplosione.
Anche il Liverpool ha i suoi giovani molto interessanti come N'Gog, Gerardo Bruna, Emiliano Insua, il forte ungherese Nemeth, il francese Plessis abile a dettare il gioco e il mastino Spearing che si sono messi in mostra nelle amichevoli estive giocate e vinte dai Reds.
Il Chelsea avendo alle spalle Abramovich si è concentrato meno sui giovani eppure ha dei prospetti dal futuro assicurato come l'argentino Franco Di Santo, il giovane centrale Mancienne che tanto piace a Fabio Capello, Woods, Sinclair, Kakuta, e i nostri Fabio Borini e Jacopo Sala strappati al calcio italiano con delle cifre irrisorie.
Non solo le grandi però possono vantarsi di avere degli elementi di valore nelle proprie Academy, infatti anche le altre squadre di Premier annoverano tra le loro fila giovani del calibro di Micah Richards, Sturridge e Mee (Manchester City), Bostock, Lennon, Corluka e Bale (Tottenham), Delfouneso dell'Aston Villa, il promettentissimo Baxter,Orenuga, Fellaini e Rodwell dell'Everton, ecc...
Il discorso potrebbe essere allargato anche alle squadre di Championship, ma dovrei dilungarmi troppo vista la prensenza di ottimi talenti nelle squadre più o meno importante della serie cadetta inglese. Solo per citarne alcuni: Victor Moses, Jack Cork, McCormack e Balanta.
In Inghilterra si ha la pazienza di aspettare che crescano tutti questi giovani e anche gli allenatori dei grandi club si prendono il rischio di schierarli titolari, al contrario di quanto avviena in Italia dove i giovani a meno che non si chiamino Pato o Santon non giocano, se non in Coppa Italia.
Anche dal punto di vista tattico ormai le squadre d'oltremanica ci sovrastano, vista la forte influenza di allenatori stranieri arrivati in Premier, attratti da ingaggi milionari e possibilità di investimenti molto elevate.
Tranne Ferguson, che è scozzese, ma ha pur sempre sangue britannico, le altre 3 delle big four hanno scelto manager stranieri come Benitez, Wenger, Scolari prima e Hiddink poi e anche le altre hanno scelto una soluzione non inglese per la panchina: Juande Ramos poi esonerato al Tottenham, il nordirlandese Martin O'Neill all'Aston Villa, Zola al West Ham.
Questi sono solo alcuni dei motivi che fanno si che il campionato inglese sia il migliore d'Europa attualmente e il continuo arrivo di investitori esteri che portano nuove liquidità accrescerà ancora di più il monopolio delle inglesi sul mercato e di conseguenza la loro superiorità sul campo.
Il Manchester City per ora ha trovato tutte le porte sbarrate, ma non appena gli sceicchi del Dubai inzieranno a mettere mano al portafogli saranno in poche le società a contrastarli sul mercato e a poter rifiutare le loro offerte.
Il Milan ha tentennato quando c'è stata l'offerta per Kakà, ma altri club in difficoltà economica come ad esempio il Valencia potrebbero cedere alle lusinghe dei Citizens verso i propri campioni (Villa e Silva su tutti) dando il là ad un circolo vizioso che potrebbe portare la squadra meno nobile di Manchester a lottare per i traguardi più importanti tanto in patria quanto all'estero.
Cosi oltre a preoccuparsi di Manchester United, Chelsea, Liverpool e Arsenal, in futuro le squadre europee dovranno vedersela anche con il City, l'Aston Villa o il Tottenham e fra qualche anno i nostri campioni come Kakà, Ibrahimovic, Del Piero, Trezeguet, Buffon, Samuel, Pato, ecc.... potrebbero aver smesso, ma senza un'adeguata programmazione (al momento inesistente) senza dei grossi capitali a disposizione, sarà impossibile rimpiazzarli a dovere, cedendo inesorabilmente il passo nei confronti di un calcio che si sta meritando tutti questi elogi dopo aver toccato il fondo ed essersi rialzato, ripartendo quasi da zero, ma con tanto raziocinio e lungimiranza. Chapeau.
è una cosa bruttissima da sentire...ma ahimè vera
RispondiEliminaotimo articolo chosen...oltre alle cose verissime che hai detto aggiungerei che il calcio inglese e ormai fuori portata per noi anche per come hanno sconfitto la violenza negli stadi e per le strutture fantastiche che hanno a disposizione...ormai davvero l'inghilterra è il mondo dei sogni del calcio
RispondiElimina@ Giuseppe
RispondiEliminaSi è vero e credo che l'argomento meriti maggior attenzione e si inizino a prendere dei provvedimenti altrimenti tra qualche anno ci ritroveremo anche a mandare meno squadre in Europa. Nell'immediato non corriamo questo rischio, ma nel giro di 4-5 anni con il movimento calcistico ex sovietico che sta avanzando e con la Germania alle spalle potremmo ritrovarci a mandare meno squadre nelle coppe europee.
@ Giovanni
Già, ho dimenticato di menzionare la civiltà presente negli stadi di Premier, che per giunta sono molto più accoglienti e confortevoli dei nostri.
Ciao
Tutto vero T.C.O.,lo affermo da tempo.Hai messo il dito sulla piaga che affligge il movimento italiano:la programmazione,vero tallone d'Achille del calcio dello "stivale".
RispondiEliminaI giovani non si aspettano e alla fine le rose sono ingolfate più da vecchie glorie che da calciatori in attività.Se si aggiunge il gap economico evidenziato negli ultimi anni, la forbice andrà ad allargarsi nei prossimi tempi.
Un unico appunto: Vidic fu strappato allo Spartak Mosca e non alla Stella Rossa.
Ciao;-)
Si è vero, giocava nello Spartak Mosca, ho sbagliato.
RispondiEliminaGrazie per l'appunto, correggo subito ;-)
Ciao