sabato 29 novembre 2008

Serata all'Arechi nel segno di Leon




Ieri sera per Castori e i suoi era una partita fondamentale, di quelle che possono cambiare una stagione, o almeno renderla migliore.
Per il Parma invece era l'occasione giusta per vedere se realmente la cura Guidolin sta funzionando.
Le 2 squadre si sono presentate non nelle migliori condizioni all'Arechi e contrariamente alle indicazioni della vigilia, i parmensi si sono presentati in campo con un 4-5-1 molto più simile ad un 4-3-3 con Leon, Lucarelli e Reginaldo davanti. La Salernitana invece ha schierato le 2 punte Di Napoli e Turienzo.
L'inizio di partita è stato orgoglioso da parte dei campani che già dal primo minuto hanno assediato la porta di Pavarini. Ma dopo i fuochi d'artificio iniziali la partita si è un pò spenta e i ducali con l'ottimo Budel a centrocampo e Leon hanno preso in mano le redini del gioco.
A dire il vero non che di gioco se ne sia visto molto nel primo tempo, a causa di un terreno di gioco pessimo che ha limitato molte giocate da una parte e dall'altra. Il gol del vantaggio del Parma però è stato davvero bello nella preparazione, con Leon che ha ispirato Reginaldo che dalla sinistra ha messo in mezzo un pallone per l'accorente Lucarelli che a porta vuota ha messo a segno l'1-0 al 36'.
Ci si aspettava la reazione granata, che non si è fatta attendere e dopo solo un minuto il capitano, Arturo di Napoli, anima di una squadra visibilmente allo sbando, ha insaccato in scivolata un cross dalla destra di Scarpa.
Il primo tempo si è concluso senza ulteriori sussulti, ma nell'intervallo ci ha pensato la pioggia a rianimare la serata che stava lentamente appiattendosi dal punto di visto del gioco e delle emozioni. Una vera e propria bufera ha messo in fuga molti tifosi e ha colpicato l'entrata in campo dei giocatori. Per fortuna è durata poco e non ha messo a repentaglio il prosieguo del match. Il vento però è rimasto e ha condizionato tutto il secondo tempo (ne sanno qualcosa i portieri).
Ad inizio ripresa è stata ancora la Salernitana a provare qualcosa con Turienzo che a parte il lavoro per la squadra ha fatto ben poco in zona gol.
Troppo lento, prevedibile, a tratti impacciato; ha trascorso la serata a fare a sportellate con Falcone e Rossi senza mai creare un vero e proprio pericolo per la porta avversaria.
Molto meglio Lucarelli che nel secondo tempo ha lottato come un leone calamitando su di se i molti lanci lungi della sua difesa.
Al 70' dopo uno sterile predominio gialloblù è arrivato il gol che ha deciso la gara con una punizione di Leon che è passata in mezzo alla barriera, colpevolmente apertasi e ha trafitto un poco attento Pinna dopo aver toccato terra.
Dopo il gol del vantaggio si è iniziato a vedere finalmente un pò di gioco palla a terra con una pregevole azione iniziata e conclusa dal neo entrato Antonelli che è stato splendidamente servito di tacco da un ispirato Leon.
Il gioco granata intanto continuava a latitare e le colpe sono da ditribuirsi equamente tra Castori e i suoi centrocampisti che denotano una sconcertante mancanza di qualità: Pestrin ha sbagliato una quantità industriale di passaggi e lanci, Tricarico è molto lento e poco lucido nel far girare palla, Scarpa e Giampà sono stati a tratti abulici e quasi sempre in ritardo.
I 2 terzini Marchese e Kyriazis salgono poco e male, poco precisi nei cross e con preoccupanti lacune nell'impostare l'azione.
In pratica se non arriva l'invenzione di Re Artù, c'è poco da sperare. Il Parma invece si è dimostrato più squadra e con elementi di categoria superiore, più abili con il pallone tra i piedi e anche messi meglio dal punto di vista fisico. Tutti promossi tranne Reginaldo che più volte ha perso palla sulla sinistra ed è stato beccato dai tifosi a più riprese.
In definitiva sono meritati i 3 punti per il Parma che ha giocato(si fa per dire) meglio e con 26 punti rientra prepotentemente in lotta per un posto in Serie A, mentre per Castori non resta che sperare nella benevolenza del presidente, augurandosi di portare a casa almeno un punto dalla difficile trasferta del Picchi di Livorno.
L'impressione però è che questo Parma possa fare molta strada in cadetteria e sembra avere le credenziali per salire direttamente in serie A, mentre per quanto riguarda la Salernitana le sensazioni sono più che negative e dopo aver visto giocare 2 volte la squadra in importanti partite casalinghe, sono dell'idea che a dispetto del posto in classifica attuale dovranno sudarsi la permanenza in Serie B fino alla fine.
La rosa non è da primi posti, bensi da ultimi 5 o 6 e la totale assenza di gioco è un campenello d'allarme preoccupante in vista dell'inverno che sta per arrivare e il mercato di riparazione dovrà portare in dote qualche grosso calibro sennò i rischi di finire male la stagione sono elevati.

Ecco la sintesi del match:

lunedì 24 novembre 2008

Columbus Crew campione della MLS




We worked. We played. We won!!! E' questo lo slogan del Columbus Crew, che per la prima volta nella sua storia si è laureato campione della MLS Cup.
Ma nel citare i giocatori della squadra campione è inevitabile soffermarsi su un giocatore che più di tutti è stato decisivo, fondamentale e insostituibile nella vittoria del campionato: Guillermo Barros Schelotto.
Il titolo del Crew ha la faccia sorridente e scaltra del "Guille" che a 35 anni suonati ha ancora la voglia di giocare, divertirsi e vincere. Con quella di ieri è arrivato a 18 trofei conquistati e 24 finali giocate, numeri da record, per un grande campione. Come se non bastasse è anche tremendamente decisivo. I piedi poi, sono uno spettacolo; è bastata solo la sua straordinaria qualità nel calciare la palla a mandare in visibilio il The Home Depot Center. E' stato lui a indirizzare la partita a favore della sua squadra, come del resto tutta la stagione che lo ha visto protagonista assoluto e vincitore dell' MLS Cup Most Valuable Player. Un premio che rende onore ad un grandissimo giocatore che dopo i trascorsi vittoriosi al Boca è stato in grado di "conquistare l'America" e imporsi alla grande con numeri da capogiro: 28 presenze con 7 gol realizzati e ben 22 assist.
La finale ha reso merito alla squadra migliore e ha rispecchiato un pò i valori messi in mostra in questa stagione con i Columbus che sono passati in vantaggio al 31' con il venezuelano Alejandro Moreno che servito in velocità da Schelotto è entrato in area e con un preciso diagonale sul secondo palo ha insaccato l'1-0.
Nel secondo tempo però al 51' i New York Red Bulls hanno trovato il pareggio con John Wolyniec che in spaccata ha corretto in rete il passaggio filtrante del giamaicano Richards.
Per i newyorkesi non c'è stato nemmeno il tempo di gioire, visto che 87 secondi dopo sono ripassati in svantaggio per effetto del gol del difensore Marshall che di testa ha insaccato in rete un angolo di Schelotto (e chi sennò), un film visto e rivisto in questa stagione.
Dopo il 2-1 praticamente non c'è stato più partita con i Crew vicini al gol del K.O. con il "Mellizo" che dal limite ha preso in pieno la traversa davanti agli occhi del suo maestro Bianchi seduto in tribuna, giunto a Carson per seguire il suo pupillo.
Il gol della sicurezza è arrivato all'82' ed è stato uno spettacolo per gli occhi: l'esemplificazione del genio di Schelotto che con un tocco sotto a scavalcare la difesa ha mandato in rete il capitano Hejduk per il 3-1 finale.
I numeri con cui si chiude questa stagione sono tutti a favore degli uomini di Sigi Schmid che hanno chiuso il campionato con il secondo miglior attacco, la miglior difesa, il miglior allenatore, il miglior giocatore della stagione e della finale.
Tra gli altri giocatori fondamentali in questo titolo meritano una menzione particolare Robbie Rogers, l'ultimo "Wonder Boy" del calcio a stelle e strisce che con 6 gol e 3 assist ha dato un'importante contributo alla causa e finalmente sembra essere pronto per ritornare in Europa la sfortunata avventura all'Herenveen. Poi il centrocampista Brad Evans autore di 5 gol e 1 assist, anch'egli maturato grazie agli insegnamenti del Guille, Alejandro Moreno che con 10 gol realizzati è il Topscorer della squadra e infine il centrale Chad Marshall che oltre a sbrogliare la matassa in difesa ha provveduto anche a mettere in rete 5 gol fondamentali.
Ecco l'11 sceso in campo nella finale: William Hesmer, Frankie Hejduk, Chad Marshall, Danny O'Rourke, Gino Padula, Eddie Gaven (Steven Lenhart 93+), Brian Carroll, Brad Evans, Robbie Rogers, Guillermo Barros Schelotto (Andy Iro 91+), Alejandro Moreno.

Ecco la sintesi della gara:


E un tributo all'MVP:

giovedì 20 novembre 2008

Una Seleção "Fabulosa"


Con il 6-2 del Bezerrão di Brasilia, il Brasile è ritornato alla vittoria casalinga dopo un periodo di critiche, brutte figure e una sterilità offensiva che ora fa sorridere a leggere il roboante score di Brasile-Portogallo.
Una vittoria meritata e netta da parte degli uomini di Dunga che per una volta non ha ascoltato il coro che ormai lo accompagnava in tutte le uscite in terra verdeoro della sua Seleção. Per una sera si è potuto godere gli elogi per un gioco finalmente degno di nota e non si è dovuto sorbire gli "Adeus" della torcida.
Il 6-2 finale rende merito al Brasile più bello della gestione Dunga che ha dominato in lungo e in largo un Portogallo in crisi di identità e con una mancanza di uomini d'area da far impallidire. E pensare che i lusitani erano passati in vantaggio dopo pochi minuti con un pezzo di bravura del "russo" Danny, uno degli uomini nuovi portati dal nuovo tecnico Queiroz, che è stato abile a girare di tacco in rete un cross di Bruno Alves.
Il gol del vantaggio è stato solo un'illusione per i portoghesi che si sono visti travolti dal gioco spumeggiante e corale dei brasiliani, sublimato dalla classe dei singoli, e che singoli; Kakà, Robinho e Luis Fabiano sono saliti in cattedra e in 20 minuti hanno ribaltato il match con la doppietta del centravanti del Siviglia, servito prima dal citizen e poi dal rossonero.
La sfida nella sfida tra Kakà e il grande assente C.Ronaldo si è risolta con una netta vittoria del brasiliano, ed è stato rimandato a data da destinarsi l'ipotetico passaggio del testimone tra il Pallone d'oro in carica e quello in pectore.
C.Ronaldo è stato la grande delusione della serata in cui non si è reso quasi mai pericoloso e ha finito anche per litigare con il madridista Marcelo. La sua frustrazione è quella di un movimento calcistico intero che sforna mezzepunte ed ali in quantità industriale, ma è dai tempi di Eusebio che non trova un giocatore affidabile nel ruolo di prima punta. Si vocifera in questi giorni di una imminente naturalizzazione di Liedson che andrà a sommarsi a quelle di Deco, Pepe e Danny. Ad inizio del secondo tempo è arrivato il meraviglioso gol di Maicon che fotografa la prestazione corale della Seleção. Ancora una volta l'azione è stata avviata da Robinho che ha servito al limite Kakà che a sua volta di prima ha toccato il pallone a Luis Fabiano che lo ha appoggiato sulla corsa all'accorrente Maicon che ha insaccato in rete un diagonale a fil di palo.
Pochi minuti dopo O Fabuloso ha messo a segno il suo terzo gol con un tape-in da pochi passi, che ha preceduto un altro gol bellissimo. Stavolta il marcatore è stato Elano che ha piazzato una palla all'incrocio dei pali con un esterno che ricorda molto da vicino quello di Nelinho che valse il 3° posto al Brasile nel Mundial del 1978 ai danni dell'Italia di Bearzot.
Hanno completato la serata i gol di Simao per i lusitani e del redivivo Adriano che ha fissato il punteggio sul tennistico 6-2 in favore dei padroni di casa.
E' una bella boccata d'ossigeno per Dunga che era vittima di pesanti critiche in patria, mentre è una doccia fredda per C.Ronaldo & Co. alle prese con una crisi di gioco e di risultati che potrebbe culminare nella mancata qualificazione al Mondiale 2010.

Ecco la sintesi del match:


domenica 16 novembre 2008

Le Al Ahly champion d’Afrique

L' Al Alhy è per la sesta volta Campione d'Africa!!! Con questa vittoria i faraoni superano i rivali dello Zamalek e diventano il club più titolato d'Africa.
Il 2-0 del Cairo era una bella assicurazione in vista del ritorno di Garoua. Gli egiziani forti del vantaggio ottenuto in casa si sono limitati a gestire la partita, mentre il Coton Sport aveva l'obbligo di provare qualcosa, per scongiurare un epilogo scontato.
Ne è uscita fuori una bella partita, godibile e a tratti si è visto anche del buon calcio.
Al 37' è passato in vantaggio l'Al Alhy con Ahmed Hassan su cross di Abou Tarika, ma i padroni di casa feriti nell'orgoglio hanno subito riportato in parità il match con Abdoul Karim Lassina allo scadere del primo parziale, con un missile mancino da dentro l'area.
Al 63' Ousmaïla Baba con un colpo di testa ravvicinato ha riacceso le speranze di vittoria del Coton Sport, ma da li in poi i camerunensi non sono più riusciti a trovare la via della rete e hanno subito anche il pareggio beffa all'89' con il calcio di rigore realizzato da Shady Mohamed.
Dopo 6 minuti di recupero è esplosa la gioia dell'Al Ahly che ha conquistato il terzo titolo negli ultimi 4 anni, un'egemonia spezzata solo lo scorso anno dall'Etoile du Sahel.
Cosi oltre al record di vittorie in Africa, arriva anche un altro record per gli egiziani, che grazie a questo trionfo saranno la prima squadra a partecipare per la terza volta al Mondiale per Club in Giappone, con l'obiettivo di riuscire a migliorare il 3° posto ottenuto nel 2006.
Quel giorno Abou Tarika e compagni si aggiudicarono una vittoria storica contro l'America di Citta del Messico, e chissà che anche questa volta non sia una squadra messicana a portare fortuna agli egiziani, infatti il loro primo match alla manifestazione nipponica, sarà il 13 dicembre al Tokyo National Stadium contro i messicani del Pachuca.
Infine ecco gli 11 eroi laureatisi per la sesta volta campioni d'Africa: Amir Abdel Hamid Mohamed, Gomaa, Ramzi Salma Ahmed Saleh, Shady Mohamed, Felisberto Sebastiao, Seddik, Sayed, Hossam Mohamed Ashour, Barakat, Abou Tarika, Flavio.
Ecco i gol:








giovedì 13 novembre 2008

"Samba Osaka"

Doppietta di Lucas all'Hindmarsch Stadium di Adelaide e trofeo al Gamba Osaka, a sugello di una finale a forti tinte verdeoro con 3 gol in 2 partite del centravanti brasiliano.
Se alla vigilia l'impresa che attendeva l'Adelaide era quasi impossibile, dopo solo un quarto d'ora di gara è diventata più che impossibile.
Merito di Lucas che al 4' ha portato in vantaggio i giapponesi con un tape-in sulla respinta del giovane Birighitti sulla conclusione dal limite di Hayato Sasaki.
Al 15' ancora il brasiliano ha messo la parola fine alla partita con il gol del 2-0, imbeccato da un gran servizio in verticale, con un tocco morbido d'esterno sull'uscita dell'estremo difensore australiano.
Da li in poi, la partita è finita e con lei anche la contesa, visto che l'Osaka era forte di ben 5 gol di vantaggio da gestire in poco meno di 80 minuti di gioco. I restanti minuti si sono trasformati in una passerella trionfale per gli uomini di Nishino che si sono dimostrati più forti sia nei 180' che nell'arco dell'intera manifestazione.
Per l'Adelaide, invece resta si il rammarico per l'occasione persa, ma anche la consapevolezza di aver perso contro un'avversario superiore e l'opportunità di rifarsi nel prossimo Mondiale per club a cui parteciperanno in qualità di vice campioni, visto che il Gamba è già qualificato come paese ospitante.
Il 5-0 finale del Gamba Osaka è la classica ciliegina sulla torta di un cammino immacolato fatto di 4 vittorie e 2 pareggi nella fase a gironi e 5 vittorie ed 1 solo pareggio nella fase ad eliminazione diretta.
Una vittoria costruita in trasferta grazie a prestazioni come quella in casa dell'Urawa, in casa dell'Al Karama e ultima, ma non ultima quella trionfale contro l'Adelaide.
A questo punto per i brasiliani Lucas, Roni, Mineiro ed i giapponesi Yasuda, Yanazaki e la stella Endo non resta che concentrarsi al massimo sul prossimo obiettivo: il Mondiale per Club, sperando di poter essere ancora una volta la rivelazione e non limitarsi, come fin'ora hanno fatto le asiatiche, a semplice cameo.

Ecco la sintesi della partita di ritorno:

lunedì 10 novembre 2008

Militico

Un viaggio attraverso i capocannonieri dei principali campionati del Mondo, dalla Serie A al Brasileirao.










Iniezerò questa rassegna degli attuali capocannonieri dei principali campionati del mondo, dalla nostra Serie A e da Diego Milito a cui è dedicato il titolo di quest'articolo.
Sono passati circa 2 mesi, da quando Preziosi con la modica cifra di 10 milioni si è portato a casa "Il Principe" e senz'altro a questo punto va assegnato a lui e al suo Genoa lo scettro di miglior acquisto del calciomercato estivo 2008/09.
Ha esordito in squadra alla 2^ giornata, a Marassi contro il Milan, sfoderando una prestazione mostruosa, condita anche dal gol su calcio di rigore al 90' che ha sancito il 2-0 finale e da allora ha fornito prestazioni sempre in crescendo fino alla tripletta con cui ieri ha liquidato la Reggina.
In questa stagione lo aspettava un compito non facile, poichè Borriello lo scorso anno aveva realizzato 19 gol e la sua cessione aveva gettato nello sconforto i tifosi genoani, ma Milito in 10 giornate è riuscito a far dimenticare l'ormai rossonero e a riportare il Grifone nelle posizioni alte della classifica dopo tantissimi anni di oblio.
Se Marassi è inespugnabile, gran parte del merito è suo che è entrato in quasi tutti i gol del Genoa in questo campionato. Corre, fa reparto da solo, fa gol, fa segnare gli altri; è senza dubbio lui il miglior attaccante presente al momento in Italia e pensare che in estate di offerte vere e proprie al Saragozza ne erano arrivate poche.
Solo negli ultimi giorni di mercato si erano ricordate di lui il Tottenham e il Napoli, ma il giocatore voleva tornare a casa, il Genoa e Genova gli erano rimaste nel cuore sin dagli anni della B, vissuta come suo solito da protagonista, ma le disgrazie societarie del club lo hanno costretto ad espatriare in Spagna. La C gli stava stretta e il Saragozza si aggiudicò un giocatore da più di 50 gol in tre anni di Liga.
Il suo unico cruccio, forse è non aver trovato abbastanza spazio in nazionale dove è stato chiuso a più riprese dai vari Crespo, Tevez, Aguero e Cruz, ma Milito, questo Milito è un giocatore completo, ancor più forte del passato e sarebbe un delitto che il DT della selecciòn Maradona, non lo tenesse in considerazione per le prossime convocazioni.


Passiamo alla Liga spagnola dove l'attuale "pichichi" è Samuel Eto'o. Fin'ora in vetta c'era David Villa, ma il poker rifilato dal camerunense al Valladolid nell'anticipo di sabato ha permesso all'asso del Barça di superare il valenciano.
Era luglio, quando il neo tecnico blaugrana Guardiola disse di non volere in rosa Ronaldinho, Deco ed Eto'o. I primi 2 sono partiti, mentre il terzo per forza di cose è restato e si è conquistato il posto da titolare a suon di gol e buone prestazioni.
Nel 2006 era probabilmente il miglior attaccante del mondo, ma poi una serie di infortuni abbastanza gravi gli hanno impedito di mantenere quei livelli di rendimento.
Per alcuni, era addirittura da considerarsi un giocatore finito, ma se il Barcellona di Guardiola ora è in vetta, una buona fetta del merito è suo e con i 4 gol di sabato si è issato al 4° posto nella classifica dei goleador di sempre del Barcellona nella Liga.
Statistiche alla mano è il giocatore più decisivo di questo Barça segnando più volte il gol dell'1-0, era al pari di Ronaldinho il più decisivo nel Barcellona di Rijkaard, che con lui in campo perdeva l'11% di partite in meno.
Il suo modo di giocare è fondamentale tanto ieri quanto oggi per la profondità che riesce a dare ad una manovra troppo spesso piatta ed orizzontale.
E' il sogno proibito di Ancelotti che più volte lo ha chesto alla dirigenza rossonera e non fa mistero di considerarlo al pari di Ronney, il miglior attaccante del mondo.


In Premier il Topscorer è Anelka del Chelsea che con i suoi 10 gol ha contribuito attivamente al raggiungimento del 1° posto in classifica.
Arrivato lo scorso gennaio per sostituire Drogba impegnato in Coppa d'Africa, non è mai entrato nei cuori dei fans londinesi. (De)merito di un solo gol segnato in Premier e del rigore decisivo sbagliato nella finale di Mosca contro il Manchester United.
Con l'arrivo di Scolari, l'infortunio di Drogba e la partenza di Shevchenko, all'interno del clan Chelsea sono cambiate alcune gerarchie e il francese sta beneficiando dello spazio concessogli dal nuovo allenatore, e lo ha ripagato con ben 10 gol.
Su Anelka spesso si è discusso, perchè è un giocatore dalle indubbie qualità che però non sempre è riuscito a rendere quanto ci si attendeva.
E' esploso giovanissimo nel Psg, per poi passare all'Arsenal di Wenger che lo ha rivenduto a peso d'oro al Real Madrid con cui ha vinto anche una Champions League nel 2000, poi ancora Psg, Liverpool, Psg, Manchester City, Fenerbache, Bolton e ora il Chelsea.
E' sempre stato un buon giocatore ma non è mai diventano un fuoriclasse, come ci si poteva attendere in gioventù a causa di un carattere troppo debole che lo vede succube di un fratello manager che cura più i propri interessi che i suoi. Detiene il primato di giocatore più costoso della storia sommando tutti i suoi trasferimenti con l'astronomica cifra di 131.360.000 €.


Spostandoci in Francia troviamo in vetta alla classifica "des buteurs" della Ligue 1 l'attaccante del Lione Karim Benzema.
Come accade da 8 anni, in vetta al campionato c'è il Lione e come accade dallo scorso anno il capocannoniere è Benzema che anno dopo anno migliora sempre più e ormai è davvero un giocatore Top Class a tutti gli effetti.
Perso il gemello Ben Arfa, andato al Marsiglia, il giovane franco-algerino si è caricato la squadra sulle sue spalle e l'ha portata in vetta alle classifiche di Ligue 1 e Champions League.
Il suo valore di mercato è ormai fuori dalla portata dei club italiani che molto probabilmente saranno destinati a vedere l'ennesimo talento sbarcare in Premier o Liga.
In questa stagione ha segnato 8 gol in 13 partite, giocando 859 minuti con la media di un gol ogni 107 minuti. Numeri da grande giocatore per una delle colonne presenti e future della Francia che per sua fortuna ha dovuto aspettare pochissimo per trovare il sostituto di Henry.


Se i numeri di Benzema sono importanti, quelli di Vedad Ibisevic attuale capocannoniere della Bundesliga sono addirittura strabilianti. Infatti il bosniaco della rivelazione Hoffenheim ha messo a segno 13 gol in 12 partite, apportando un contributo fondamentale nell'ottimo avvio della squadra di Rangnick in campionato.
Ad inizio campionato nessuno avrebbe scommesso su di lui, che invece segna a raffica e risulta sempre fondamentale in ogni partita dei suoi che stanno facendo faville in Bundes da neopromossi.
La sconfitta di ieri in casa dell'Hertha ha fatto perdere la testa della classifica alla squadra del presidente Hopp, ma che non cancella quanto di buono fatto fin'ora. E' stato acquistato nella scorsa stagione per 1 milione e ora con il contratto in scadenza nel 2010 si preannuncia come un uomo mercato del prossimo mercato estivo e c'è da giurarci che sulla sua valutazione influiranno molto i gol messi a segno quest'anno in coppia con Obasi.


Il capocannoniere dell'Apertura è Jose Sand del Lanus con 13 gol, cosi suddivisi: 9 su azione, uno di testa e 3 su calcio di rigore.
I suoi gol uniti alle giocate fenomenali della "Joyita" Salvio stanno risultando fondamentali nell'ottimo campionato del Lanus che solo 12 mesi fa si laureava campione dell'Apertura.
Il 4° posto attuale del Granate dopo 14 giornate, infatti, è soprattutto merito suo che nei primi 12 turni di campionato viaggiava ad una media di un gol a partita.
Tutte queste ottime prestazioni gli sono valse l'interesse di numerose squadre europee tra cui anche la Juventus e la sua valutazione attuale si aggirerebbe sui 5 milioni.


Spostiamoci di pochi chilometri e concludiamo il nostro viaggio in Brasile con Kleber Pereira che è l'attuale arthileiro del Brasileirao con 21 gol.
Nonostante per il Santos questo sia stato un'anno da dimenticare, Kleber Pereira ha potuto mettersi in mostra nel migliore dei modi ed soprattutto grazie ai suoi gol che il Peixe è riuscito ad allontanarsi dai bassi fondi della classifica, evitando di ripercorrere il calvario del Timao retrocesso nella scorsa stagione.
Dopo una carriera passata a far gol in Messico per Tigrès, Veracruz, America e Necaxa ha finalmente ricevuto la chiamata giusta per far ritorno in Brasile dopo aver passato la trentina.
A 33 anni suonati è ancora in grado di fare la differenza e è il giocatore più veloce del Brasile sui 15 m ed è grazie a quest'arma, unita al suo senso del gol e alla precisione di tiro che perfora quasi tutte le difese. C'è stato un periodo del Brasileirao in cui a far gol era solo lui e le sue reti sono state molto importanti per cercare di allontanare la crisi.
In questi giorni si è anche parlato di un'offerta di circa 6 milioni pervenuta al Santos per il suo cartellino, da parte di un club europeo, ma la dirigenza ha subito smentito la voce ribadendo che resterà al suo posto.
In tutto ciò la cosa più incredibile è che Dunga, non lo ha mai preso in considerazione, nonostante la sua Selecao non riesca a far gol in casa, ed in Brasile sono in molti a rinfacciarlo al tecnico di Porto Alegre.

sabato 8 novembre 2008

Dagoberto Golaço

Lascio che a parlare stavolta siano le immagini. Un gol meraviglioso di un giocatore meraviglioso, che a questo punto merita l'Europa, ma prima dovrà regalare il 3° Brasileirao consecutivo al San Paolo che ormai ha raggiunto la vetta dopo un inseguimento durato circa 30 giornate.
Um golaço do Dagoberto Pelentier!!!!





NOME: Dagoberto Pelentier
POSIÇÃO: Atacante
ALTURA: 1,75m
PESO: 75 Kg
DATA NASC: 22/03/1983
LOCAL NASC: Dois Vizinhos
NATURALIDADE: Paraná
ULTIMO CLUBE: Atlético Paranaense

venerdì 7 novembre 2008

Le magnifiche 4 della Sudamericana







Eccole tutte le facce felici della Sudamericana. Estudiantes de La Plata, Argentinos Juniors, Chivas Guadalajara e Internacional de Porto Alegre: sono loro le 4 semifinaliste della Copa.
Già dall'inizio avevo pronosticato la vittoria finale del Chivas, quindi un suo approdo in semifinale non mi sorprende, ma se la presenza dell'Estudiantes si poteva prevedere, lo stesso non può dirsi di Argentinos e Internacional. Ci si sarebbe aspettati degli scontri titanici tra Boca e River, Palmeiras e San Paolo, invece come spesso accade in Sudamericana, spazio alle outsider.

Partiamo dall'Estudiantes: il periodo buio sembra essere ormai alle spalle e l'arrivo del "Jefe" Astrada ha riportato consapevolezza in un gruppo forte che annovera tra le sue fila gente del calibro di Veron, Boselli, Fernandez, e Angeleri (ottimo terzino destro di cui sentiremo parlare in futuro anche in chiave selecciòn).
L'approdo in semifinale è arrivato al termine di una battaglia in Brasile contro il Botafogo sotto la pioggia torrenziale dell'Engenhao di Rio de Janeiro.
Pronti via e proprio Angeleri spegne le residue speranze del Fogao con una rete che porta a 3 i gol vantaggio del Pincha vittorioso all'andata per 2-0.
Al 33' arriva il raddoppio di Salgueiro abile a sfuttare lo spazio concessogli dai centrali brasiliani. Da li in poi la partita è finita e i gol di Lucio Flavio e Andrè Luis sono serviti solo a rendere meno amara l'eliminazione, ma per (s)fortuna ci ha pensato Andrè Luis ad animare la serata con una sceneggiata impietosa. Dopo essere stato ammonito infatti ha tolto di mano il cartellino all'arbitro Chandia con fare minaccioso e si è beccato un rosso sacrosanto che gli varrà anche una bella squalifica.

L'Argentinos Juniors dopo la vittoria alla Palestra Italia si è concessa un bis memorabile a La Paternal ancora senza subire reti da un Verdao ormai proiettato alla lotta sao paulina con il San Paolo per la conquista del Brasileirao.
L'1-0 dell'andata poneva il Bicho in una posizione favorevole che sommata al quasi completo disinteresse verso la Copa del Palmeiras ha fatto si che la partita scorresse senza particolari sussulti da ambo le parti.
Il 2-0 finale è merito di 2 colpi di testa di Scotti e Pavlovich che in poco meno di 20 minuti ha archiviato la pratica e ora in semifinale dovranno vedersela contro l'Estudiantes in un derby tutto argentino che per la la sesta volta in 7 edizioni vedrà in finale una rappresentate albiceleste.

Il Chivas si è guadagnato il pass per le semifinali grazie all'impresa del Monumental in cui aveva matato il River con un 2-1 rassicurante in vista del ritorno del Jalisco.
Il ritorno si presentava quasi come una formalità per i messicani che però non hanno fatto i conti con la rabbia e la ferocia agonistica del River che già al 2' è passato con Cabràl abile asfruttare l'invito di Buonanotte. La furia iniziale del River è sfociata nel raddoppio di Falcao al 20' che stava regalando la temporanea qualificazione agli uomini di Simeone. D'incanto le critiche, i problemi e le difficoltà sembravano tutte alle spalle, ma la crisi millonaria è viva e vitale.
Cosi come nella passata Libertadores quando stavano battendo il San Lorenzo, ma si fecero raggiungere ed eliminare dalla doppietta di Bergessio, è arrivato inesorabile il pareggio del Chivas in soli 4 minuti a cavallo tra il 60' e il 64' con De La Mora e Medina.
Da li in poi la partita ha visto assedi river platensi e contropiedi messicani affidati ad Arellano e Medina, ma il risultato non si è più sbloccato.
Il 2-2 qualifica gli uomini di Flores e lascia Simeone a riflettere circa la crisi che sta affondando il suo River, che per una notte ha almeno lottato ma come spesso capita di recente ha dovuto cedere il passo al suo avversario.

L'ultima semifinalista è l'Internacional che ha compiuto la vera impresa di giornata. Sia chiaro, non era impossibilie passare il turno dopo il 2-0 dell'andata al Beira Rio, ma vincere alla Bombonera era un'impresa mai riuscita al Colorado in Sudamericana.
Sulla falsa riga della stagione in corso, Ischia ha ancora mandato in campo una squadra formata da giovani canterani più Riquelme, che aveva chiesto espressamente di giocare questo match anche se è entrato a partita in corso.
I 2 gol di Alex pesavano come macigni sulle spalle dei ragazzini xeneizes che però hanno giocato meglio il primo tempo rischiando anche di passare in vantaggio, ma al 47' il gol di Magrao sull'imbeccata di Nilmar ha spento le speranze di rimonta boquensi che in un tempo avrebbero dovuto mettere a segno 4 gol.
Al 57' su calcio di rigore Riquelme ha messo in parità l'incontro, ma al 71' ancora una volta Alex ha riportato avanti i suoi su un gran servizio in profondità di D'Alessandro che ha vinto il suo personalissimo derby giocando una gran partita, galvanizzato forse dall'aria di Superclasico che all'inizio del millennio lo vedeva opposto a Riquelme negli infuocati Boca-River di quegli anni.
La vittoria storica dell'Inter, permette agli uomini di Tite di andarsi a giocare la semifinale contro il Chivas Guadalajara, sperando di spezzare l'egemonia argentina in Sudamericana e affermarsi come la prima brasiliana ad alzare al cielo il trofeo.


Ecco tutte le sintesi:








mercoledì 5 novembre 2008

Gamba Osaka a 90' dalla gloria


A 90' dal termine dell'edizione 2008, la Asian Champions League può dirsi quasi conclusa in virtù dell'eclatante 3-0 con cui i giapponesi del Gamba Osaka si sono sbarazzati degli australiani dell'Adelaide United nell'andata della finale.
All'Expo ’70 Commemorative Stadium di Osaka gli uomini di Nishino arrivavano con i favori del pronostico grazie ad un cammino senza macchia che li aveva portati ad eliminare nei quarti i siriani dell'Al Karama e in semifinale i campioni uscenti e grandi favoriti di quest'anno dell'Urawa Red Diamonds.
L'Adelaide di Aurelio Vidmar nei quarti invece ha eliminato i giapponesi del Kashima e in semifinale i ricchi uzbeki del Kuruvchi, guidati in panchina da Zico e in campo da Rivaldo e Villanueva.
In questa finale d'andata però non c'è stata assolutamente storia, troppo forti i giapponesi che sono passati in vantaggio già al 36' con il brasiliano Lucas abile a scattare sul filo del fuorigioco e a trafiggiare il portiere dei "canguri" con un sinistro sporcato da un difensore, che in scivolata tenatava di chiudere lo specchio al centravanti verdeoro.
Al 42' su un disimpegno troppo lezioso dei difensori dell'Adelaide è arrivato il raddoppio del Gamba. Stavolta Lucas si è messo nei panni del rifinitore e ha appoggiato una gran palla sulla corsa all'accorrente Endo che ha esploso un diagonale mancino su cui l'estremo difensore australiano nulla ha potuto.
Al 68' Yasuda con una gran conclusione a volo ha chiuso il match e forse ha messo una pietra tombale sulle speranze degli uomini di Vidmar.
Proprio il tecnico australiano con una metafora ha reso l'idea dell'impresa che dovranno compiere i suoi il 12 novembre all' Hindmarsch Stadium di Adelaide, queste le sue parole: "We have Mount Fuji to climb", ovvero dobbiamo scalare il monte Fuji.
Alla luce del ruolino di marcia del Gamba in trasferta, che fin'ora ha battuto entrambe le precedenti avversarie a domicilio, l'impresa si presenta pressocchè impossibile per i Reds, e con tutta probabilità ci sarà ancora una volta un club giapponese a rappresentare l'Asia nel prossimo Mondiale per Club.


lunedì 3 novembre 2008

Capolista in memoria di Pedro



La 13^ giornata dell'Apertura verrà ricordata come una delle più importanti nella storia di questo secondo semestre del campionato 2008. E' stato infatti il giorno dell'aggancio in vetta del Boca che dopo un torneo giocato ad inseguire ora può finalmente gestire le prossime 6 partite dall'alto della classifica anche se in coabitazione con San Lorenzo e Tigre.
Era il 18 ottobre quando il San Lorenzo dopo aver battuto il San Martin si era portato a 11 punti di vantaggio dal Boca che di li a poche ore sarebbe andato a giocarsi una fetta importante di stagione in casa del River.
Da allora sono passati 16 giorni, ma sembra passata un'eternità, in mezzo ci sono state gioie xeneizes e l'immenso dolore per la perdita di Pedro Pompilio, uno degli uomini fondamentali della rinascita del Boca negli ultimi 10 anni.
La partita di ieri sera per gli uomini di Ischia era l'occasione giusta per agganciare i rivali principali di quest'Apertura e di onorare nel migliore dei modi la memoria del grande presidente scomparso in settimana.
La partita è stata vinta e dominata dal Boca Juniors che ha sbloccato il punteggio con il suo uomo simbolo: Juan Roman Riquelme. "El Mudo" non segnava in campionato da più di mille minuti, ma per realizzare l'impresa serviva un suo gol, cosi all'8' una sua punizione velenosa dalla sinistra si è insaccata sul secondo palo, rendendo in salita l'arduo compito del Ciclòn arrivato alla volata finale con il fiato corto.
Nel pomeriggio argentino alla Bombonera, il momento successivo al gol di J.R. è stato senz'altro il più emozionante e toccante dell'intero semestre: tutta la squadra schierata intorno al suo simbolo che indossava una maglietta commemorativa con su scritto "Gracias por todo Pedro" in omaggio al defunto presidente e alla sua famiglia presente in tribuna.
Il resto della partita è stata un quasi assoluto monologo xeneize che con i suoi ragazzini terribili ha messo al muro il San Lorenzo, mancando il colpo del ko per una questione di centimetri. Mouche, Viatri, Gaitan, sono solo alcuni dei canterani della casa amarilla, provenienti da quella cantera che lo stesso Pedro Pompilio si era affrettato a definire la migliore di tutto il continente.
Ora che in vetta al campionato ci sono 3 squadre a 26 punti, sta per scattare la volata finale che in dicembre decreterà i successori del Lanus nell'albo d'oro. Ora come ora i favoriti d'obbligo sono gli uomini di Ischia, ma attenzione a sottovalutare il Tigre di Cagna, e non è detto che per quest'anno l'Apertura non si riservi un finale ad effetto come nel 2006. Il Boca è stato avvertito.......