giovedì 24 giugno 2010

A casa...azzurri!!!


L'Italia abbandona il Mondiale

Il ricordo ormai sbiadito della notte di Berlino, in una giornata cosi amara per il calcio italiano, lascia spazio alla delusione e all'amarezza per un'eliminazione più che mai meritata, ma non per questo meno dolorosa.
All'indomani del sorteggio dei gironi del Mondiale, tutti erano concordi sul fatto che il Gruppo F fosse il più facile del torneo, ma la realtà dei fatti è stata ben differente.
L'Italia piange oggi una cocente eliminazione, che segna il suo punto più basso in un campionato del Mondo.
Oggi in molti potranno dire "l'avevo detto", perchè in tanti si aspettavano un epilogo simile, ovviamente non di questa portata, ma ci si aspettava una debacle fragorosa.
Sin dal ritiro del Sestriere la nazionale di Lippi era accompagnata da uno scetticismo generale, dettato dalla consistenza della rosa, ma anche dai corsi e ricorsi storici.
Si parlava molto del disastro in Messico della nazionale di Bearzot che dopo il vittorioso Mundial del 1982, aveva abbandonato mestamente la manifestazione. Erano tante le analogie tra questa e quella nazionale, a partire dal tecnico, fino ad arrivare ai 23 azzurri che cosi come allora erano composti in gran parte dai reduci dei precedenti Mondiali vinti, abusando di una riconoscenza che spesso nel calcio non paga.
Le 2 amichevoli di preparazione in programma, avevano lasciato intravedere qualcosa sulle potenzialità della squadra che era stata sovrastata dal Messico e poi era riuscita a pareggiare 1-1 contro la Svizzera: un risultato importante (dal punto di vista della cabala), che per giorni ha rappresentato l'unica nota lieta in Sudafrica, visto che in un paese dove la scaramanzia è all'ordine del giorno, un pareggio contro gli elvetici era visto come l'anticamera della quinta affermazione iridata.
Finalmente il 14 giugno a parlare è stato il campo e l'esordio nel continente nero dei Campioni del Mondo è stato in chiaro scuro, ma lasciava ben sperare in vista del prosieguo.
L'11 schierato da Lippi prevedeva la presenza di Marchisio come trequartista (perchè non Diamanti allora???) alle spalle di Gilardino, con Montolivo a fare il vice-Pirlo e Criscito ad occupare la corsia sinistra che fu di Grosso.
Al primo tiro in porta però il Paraguay era passato in vantaggio con Alcaraz, sfuggito alla marcatura di Cannavaro. Nella ripresa dopo vari cambi l'Italia aveva raggiunto il pareggio con De Rossi e nel finale aveva avuto anche la possibilità di portare a casa i 3 punti.
Nella seconda gara del girone contro la Nuova Zelanda, Lippi ha riproposto la stessa formazione della partita precedente, con la solo eccezione di Marchetti al posto dell'infortunato Buffon.
Se possibile è andata ancora peggio della prima partita, con i Kiwi in vantaggio al primo affondo grazie ad una rete di Smeltz in fuorigioco, con Cannavaro ancora una volta colpevole.
Il pareggio di Iaquinta su calcio di rigore quasi inesistente è stato un premio forse eccessivo per l'Italia che non meritava il pari contro i neozelandesi che a più riprese hanno sfiorato il raddoppio.
Nei giorni intercorsi tra quella gara e la partita di oggi si era detto che gli azzurri avevano difficoltà nel fare gioco contro squadre che si difendevano sistematicamente con 9 uomini dietro la linea della palla.
Sono finiti poi nell'occhio della critica Marchisio e Gilardino che conseguentemente hanno perso il posto a favore di Gattuso e Iaquinta.
Si arriva cosi alla sfida di oggi: Italia-Slovacchia. La Slovacchia sulla carta si presentava come una squadra mediocre e solo e soltanto la pochezza degli azzurri ha ingigantito i meriti degli uomini di Weiss che sono degli onesti mestieranti e poco più, tranne qualche eccezione.
Cosi come nelle 2 gare precedenti a passare in vantaggio sono stati gli avversari, con Vittek che ha sfruttato un clamoroso errore di De Rossi in appoggio al limite della nostra area di rigore.
Da li in poi la partita non è cambiata, bensi il letivmotiv della gara è stato sempre lo stesso con la Slovacchia a comandare il gioco (non difendendosi con tutti gli effettivi dietro la linea della palla) forte del vantaggio e di una maggior condizione atletica che gli permetteva di arrivare sempre prima sulla palla.
L'Italia, questa Italia è una squadra di basso profilo, composta da giocatori modestissimi, incapaci di fare gioco; è una squadra piatta, monotona, senza un cambio di ritmo, senza nessuno in grado di saltare l'uomo (dove sono i Cassano e Rossi), incapace di sfondare per vie centrali e di arrivare sul fondo. Per dirla tutta, è gia tanto che ci sia in Sudafrica.
Le colpe sono da dividersi equamente tra Lippi che ha insistito nelle sue convinzioni, dando fiducia a giocatori orami sul viale del tramonto e lasciando a casa gente di talento, e i giocatori che hanno dimostrato di non valere un tale palcoscenico.
Nonostante l'ingresso di Pirlo, Maggio e Quagliarella, non è cambiato di molto l'andamento del match con Vittek che ha raddoppiato andando in anticipo su un generosissimo, ma colpevole Chiellini, segnando in maniera irrimediabile il prosieguo del torneo per gli italiani.
A questo punto la partita era finita e tutto quello che è venuto dopo fa parte di un copione scritto ad arte da un destino beffardo che in 10 minuti ha accesso e spento per ben 2 volte le speranze azzurre di riagguantare per i capelli una qualificazione ormai irragiungibile.
Il gol di Di Natale ha smosso qualcosa nell'orgoglio degli ex campioni del mondo che hanno iniziato ad attaccare a testa bassa realizzando il gol del 2-2 con Quagliarella che era in fuorigioco, ed è stato giustamente annullato.
Quando tutto sembrava possibile è arrivata la doccia fredda del gol di Kopunek che con un lob morbidissimo ha scavalcato Marchetti dopo l'ennesima distrazione di Cannavaro che in questi 10 giorni (tanto è durato il nostro Mondiale) si è calato perfettamente nel ruolo di capitano di questa armata Brancaleone.
Prendere gol direttamente da una rimessa laterale è sintomo di una fragilità difensiva spaventosa, ed è proprio dalla difesa che sono partiti i mali di questa nazionale.
A fronte di un Chiellini quasi sempre puntuale, vanno ricordati un Cannavaro ormai bollito, Zambrotta generoso e poco più e Criscito inadeguato.
Ma se la difesa è messa male, l'attacco non sta meglio se si considera che i soli reduci di Germania 2006 sono Gilardino e Iaquinta che all'epoca erano delle riserve e ora da titolari hanno fatto rimpiangere chi non c'era (e non c'è forse in Italia).
Pepe è improponibile a certi livelli, cosi come il capocannoniere della serie A, Di Natale che in Sudafrica ha mostrato tutti i suoi evidentissimi limiti, e pensare che arrivava da una stagione spettacolare: molto indicative le sue prestazioni per far capire il livello del campionato Italiano.
Pazzini non pervenuto e il solo Quagliarella a salvarsi tra tutti e 23 gli azzurri. Nei 45 minuti giocati ha creato diverse occasioni e a tempo ormai scaduto con un tocco delizioso ha scavalcato il ridicolo Mucha (alcuni suoi atteggiamenti da censurare) dando nuovamente vita alle flebili speranze di passaggio del turno.
Sul destro di Pepe al 95' si sono infrante le ultime speranze azzurre e sono scesi i titoli di coda sulla spedizione in terra sudafricana degli ormai ex campioni del Mondo che tornano a casa ricoperti di vergogna per aver portato la Nazionale al punto più basso della sua storia in un Mondiale.
Infatti mai nella storia si era chiusa questa manifestazione con soli 2 pareggi in 3 partite, con la miseria di 4 gol segnati e 5 subiti da Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia, non proprio 3 corazzate.
Finisce qui il Lippi Bis e dal 12 luglio toccherà a Prandelli ridare lustro ad una squadra che mai come oggi ha bisogno di rinnovazione.

7 commenti:

  1. Grande giovanni perfettamente d'accordo!!!A.V

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  2. Ciao,
    diciamo tutti le stesse cose! L'unico che non ha capito niente (o ha fatto finta di) è stato Lippi!
    Su Pepe e Di Natale, poi, la pensiamo alla stessa, identica maniera. Che tristezza...

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  3. il 90% dei meriti o demeriti in queste competizioni credo che sia dell'allenatore. Ha sbagliato tutto, convocando giocatori che in campionato non si sn espressi ai massimi livelli e che hanno giocato molto poco. Poi lasciare a casa gente di talento è stato un suicidio. Peccato... Speriamo di ripartire bene con Prandelli

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  4. ciao!sono una tua fan!sei troppo bravo a scrivere..io ti assumerei al new york times..spero di incontrarti per un tuo autografo..ciao ;) J.

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  5. A mio modestissimo parere il vero cancro del calcio italiano sono i diregenti . Nel nostro campionato siamo sempre alla ricerca del solo risultato e mai del gioco . Inoltre la nostra esterofilia ci condanna in competizioni come un mondiale . Andiamo in Sudamerica a pescare ragazzini di 2 anni sapacciandoli per campionissimi, li acquistiamo per un mare di soldi, li strapaghiamo e gli insegniamo anche a giocare il calcio . Tutto ciò andrebbe fatto con giocatori italiani . Bisogna investire più soldi sui giovani e far sì che possano crescere e diventare qualcuno . Purtroppo fino a quando in Italia continueremo nell'affannosa ricerca dello "straniero", non andremo mai da nessuna parte . Siamo un paese privo di senso patriottico, e questo lo si vede chiaramente da come giocano i nostri calciatori . Nelle altre nazionali si corre e ci si impegna a fondo, invece nella nostra nazionale i giocatori sono scocciati e privi di entusiasmo .
    Mi auguro che tutto possa cambiare, ma realisticamente un tale cambiamento richiede un profondo e radicale cambiamento di filosofia, e in un paese come il nostro, che è attaccato con ogni fibra del suo essere alle tradizioni ed è scettico verso i cambiamenti la vedo dura .

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  6. L'uso dei segni di interpunzione e di alcuni vocaboli, evindenziano una conoscenza piuttosto scarsa della lingua italiana . I contenuti sono buoni ma piuttosto scontati e privi di verve . Lo stile della scrittura è piatto . Insomma la lettura risulta assai noiosa e stancante .

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  7. @ Ultimo anonimo
    La prossima volta metto solo le immagini cosi non ti stanchi nella lettura e ti viene tutto più facile.
    Un pò come quando leggi (o meglio, sfogli)i giornali.

    Ciao, e se non torni mai più, fai una cosa buona e giusta ;-)

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